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Fiorentina, "Sfide" racconta Pepito Rossi; Firenze davanti alla tv; l'infanzia negli Usa, la telefonata di Baggio

Riviviamo la puntata del programma sportivo Rai condotto da Alex Zanardi. Il campione viola visto nel racconto dei suoi familiari FIORENTINA, PIZARRO STOP: SALTA IL MILAN / EUROPA LEAGUE: FIORENTINA-ROMA 1-1

Pepito Rossi da piccolo

Firenze, 14 marzo 2015 - Un anno sfortunato, la voglia di riprendersi. I gol alla Juventus rivisti al rallentatore. Gol storici che i fiorentini non dimenticheranno mai. "Sfide", il programma Rai che racconta lo sport, con la conduzione di Alex Zanardi, ha prodotto una puntata interamente dedicata a Pepito Rossi. E Firenze, nella serata di venerdì 13 marzo si è fermata per vedere le immagini della carriera e della vita dell'attaccante italoamericano. Intervista esclusiva a Pepito Rossi e ai suoi compagni, insieme a immagini sempre esclusive del suo percorso per tornare in campo, dopo l'ennesimo tremendo infortunio. "Nella sua carriera qualche incubo di troppo si è messo tra lui e i suoi sogni", ha detto Alex Zanardi in trasmissione.

Un successo anche su internet per la puntata. L'hashtag #PepitoRossi è entrato tra i trend topic di Twitter. E' stata ripercorsa l'estate scorsa, quella in cui ha perso il treno per partecipare ai Mondiali. E' stato raccontato il momento dolorosissimo per i tifosi e per Pepito dell'infortunio contro il Livorno del 5 gennaio. Viene intervistata anche Cleonilde Petrocelli, la madre di Giuseppe Rossi, che racconta proprio i momenti di quell'infortunio. "Sono rimasto a terra non per il dolore, ma perché avevo sentito un crac purtroppo familiare", racconta Rossi di fronte alle telecamere Rai. Pepito si rammarica perché vede sfuggire il sogno di partecipare ai Mondiali. E poi c'è la telefonata di Roberto Baggio, che chiamò il campione viola per incoraggiarlo. "So bene cosa si prova in questi casi, ho voluto chiamarlo per fargli sentire il mio supporto". "Ha lavorato tantissimo, solo le persone che gli erano accanto in quei momenti possono capire quanto ha fatto", dice la madre. "A volte lo guardavo e pensavo a quanti esercizi dovesse fare - dice la sorella - Ma lui pensava a una cosa sola: guarire e andare al Mondiale". 

A maggio il ritorno in campo di Pepito, che trova subito il gol con Sassuolo e con il Torino due settimane più tardi. Il suo fiuto per il gol non è finito. Rossi si presenta a quel punto al ritiro della Nazionale. Solo 23 sui trenta convocati andranno in Brasile. Ogni movimento di Pepito viene monitorato a Coverciano. Il giocatore si gioca una maglia. "In lui vedo qualcosa di meraviglioso, la sua serenità interiore, la sua voglia di superare le difficoltà", dice Prandelli. 

Ci si sofferma sul famoso test pre-Mondiale contro l'Irlanda, quello dell'infortunio di Montolivo. Il giorno delle comunicazioni ufficiali sui 23, Giuseppe Rossi resta a casa, Prandelli resta a casa. "Se le cose non vanno bene ti alzi e reagisci, cerchi di migliorare", dice Pepito nell'intervista di "Sfide" commentando quei giorni bui. E si arriva al 14 agosto. Il giorno del nuovo infortunio. Pepito torna a vivere l'incubo, ma torna anche a lottare. Torna negli Usa, il Paese delle sue origini, per lavorare al rientro. 

E qui inizia una parte molto interessante della puntata. Con il racconto di Pepito da piccolo, delle sue radici, della sua vita in New Jersey. L'estate in Abruzzo, qualche partitella e quella scelta da parte delle giovanili del Parma, che nota il suo talento. Anni difficili, quelli in cui deve vivere in Italia. Poi sul Parma si abbatte il crac Parmalat e tutte le squadre fanno shopping sulla società disastrata. Rossi a 17 anni fa le valigie e va a Manchester, sponta United, dove Pepito incontrerà i suoi miti. "La prima persona che ho conosciuto è stata Ryan Giggs, che vedevo solo in tv", dice ancora oggi ammirato Giuseppe Rossi. 

Sir Alex Ferguson, mitico allenatore dei Reds, stravede per Pepito, che esordisce presto in prima squadra, contro il Sunderland. Pepito entra al posto di Van Nistelrooy. Viene ripercorso il suo primo gol con la maglia dello United. Certo, in quella squadra ci sono dei personaggi già intoccabili come Cristiano Ronaldo e Wayne Rooney. Per Pepito c'è poco spazio e lui vuole dimostrare cosa sa fare. Nel gennaio 2007 il ritorno a Parma. Una squadra vicina alla zona retrocessione. Con i suoi gol Pepito mostra ai tifosi del Parma che è ancora grande. Toccante il momento in cui racconta la sensazione, sempre uguale, di quando la palla entra in rete. La sfera che si insacca, il pubblico che esulta. Pepito contribuisce in maniera determinante alla salvezza del Parma. Il Manchester però lo richiama e lo manda al Villareal. In Spagna c'è la definitiva consacrazione di Pepito. Un team "provinciale" che grazie a lui finisce a lottare con i grandi club. 

Sono anni incredibili, con il famoso gol al Real Madrid, beffando Cannavaro e Casillas. E si arriva così al 2008, all'esordio in Nazionale di Pepito Rossi. Da lì, la morte del padre, nel 2010. Ma prima di morire, Fernando lascia al figlio un biglietto. E' uno schema che Pepito non scorderà mai, un biglietto che ha ancora. Un foglio con su scritte le regole fondamentali per essere sempre un grande calciatore. L'importanza dello studiare le partite. "Allenarsi bene è fondamentale", scrive. 

E arriva la sezione della puntata dedicata alla Fiorentina. I grandi gol, le grandi partite come il 4-2 alla Juventus, la voglia di rilanciarsi. Poi il nuovo infortunio. L'augurio è che Pepito, rientrando da quest'ultimo infortunio, possa vincere tante altre partite con la maglia della Fiorentina. Il sogno di Pepito insomma è ancora possibile. E' la frase con cui si chiude la puntata. Che ha tenuto incollata alle poltrone tutta Firenze.