Il 17 febbraio è la giornata del gatto: sapete perché si dice abbia 7 vite?

Su di loro si rincorrono falsi miti: non è vero che vedono al buio o che odiano l’acqua, ma se scodinzolano non è un buon segnale

Coccole a un gatto (foto Ansa)

Coccole a un gatto (foto Ansa)

Firenze, 17 febbraio 2023 – Curioso come pochi, indipendente e (a suo modo) affettuoso: il gatto è uno degli animali domestici più amati dagli italiani, tanto da superare in presenza nelle famiglie il cane. Non stupisce che, quindi, ci sia una festa tutta italiana a lui dedicata: il 17 febbraio si celebra annualmente la Giornata nazionale del Gatto, una data scelta nel 1990 per festeggiare i felini domestici nel nostro Paese. La credenza delle 7 vite Su di loro si rincorrono credenze popolari e falsi miti, ma quali sono quelle da sfatare? Gli esperti di Ca’ Zampa hanno messo in fila quelle più diffuse, anche legate a credenze popolari. Innanzitutto, contrariamente al detto popolare, il gatto non ha 7 vite. Ne ha una sola e va preservata con cura. Ecco perché è bene porre attenzione alla prevenzione, attraverso controlli periodici e costanti. Ma da dove arriva questa credenza? Nasce nel Medioevo, quando si iniziò a indicare col numero esoterico che indica la completezza e la perfezione – il 7 , somma del 3 che per i Pitagorici indicava l’umanità e del 4 che indicava la divinità – la loro capacità di rimanere illesi nonostante si lanciassero da grandi altezze. Riuscivano inoltre a sopravvivere alle torture che purtroppo subivano per essere ritenuti la reincarnazione delle streghe. Occhio alla coda Se scodinzola, non è un buon segnale. Contrariamente al cane, significa che non è felice ed è pronto per attaccare. Un gatto può scodinzolare anche se è spaventato. Diversamente da quando è felice, il micio scodinzola tenendo la coda bassa. Se la coda è dritta e la schiena è inarcata, significa che il felino è pronto ad attaccare. I falsi miti Non è vero che vede al buio: sfrutta le onde riflesse. Grazie alla presenza di uno strato di cellule riflettente di colore giallo-verdastro posto dietro la retina del gatto, il cui nome scientifico è ‘tappeto di luce’, la luce viene amplificata permettendogli di avere un’eccellente capacità visiva al buio. Non odia l’acqua: ci sono diversi gatti di razza che sono eccellenti nuotatori, come ad esempio i Van. Il fatto che si sentano a loro agio in acqua deriva dal fatto che sono stati costretti ad abituarcisi, nel corso della loro evoluzione: il gatto Turco Van ha dovuto imparare a pescare per potersi alimentare. Ma non sono i soli: anche i Maine Coon, i Bengala e gli Abissini. Altro che sfortuna: in Giappone i gatti neri portano ricchezza e gioia. Lo dimostrano i Maneki neko, ossia le sculture giapponesi che raffigurano gatti di colore nero, che vengono associati alla fortuna, alla buona salute e al benessere economico. Come capire il suo stato d’animo Come tra umani, per riuscire ad entrare in empatia con un gatto è fondamentale capire come si sente, qual è il suo stato d’animo. Alcune espressioni sono molto facili da rilevare e interpretare, come ad esempio le orecchie appiattite sulla testa o la bocca aperta di un gatto che soffia, altre invece sono più sottili ma possono fornirci informazioni importanti su ciò che il nostro gatto desidera o si aspetta da noi. Quando il gatto è rilassato, a suo agio e ben disposto nei nostri confronti è molto probabile che inizi a sbattere le palpebre lentamente, fare le fusa, strusciare la sua testa contro il nostro corpo cercando il contatto fisico fino a sdraiarsi a pancia in su. Al contrario, quando il nostro amico felino vuole comunicarci che non ne vuole sapere delle nostre carezze, può compiere gesti molto espliciti – come soffiare, mordere, muovere la coda nervosamente – ma anche esprimere il suo disappunto in modo meno eclatante, ad esempio ruotando le orecchie, appiattendo le palpebre superiori, mostrando leggeri spasmi della schiena, scuotendo la testa e agitando la punta della coda. Nasce oggi Leonardo Pieraccioni nato il 17 febbraio del 1965 a Firenze. Re della commedia italiana, attore e regista di pellicole cult come ‘Il Ciclone’, che ancora oggi resta tra i primi 10 film più visti in Italia, in una battuta de “I Laureati” ha detto: “I giorni indimenticabili della vita d'un uomo sono 5 o 6 in tutto…il resto fa volume”.

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