Firenze, 1 settembre 2023 – Nuova apertura straordinaria nel mese di settembre per il futuro Museo Sant’Orsola: da sabato 2 settembre a domenica 1 ottobre il cantiere dell’ex monastero fiorentino dall’affascinante passato – dove trovò sepoltura Lisa Gherardini, colei che si dice sia stata la Monna Lisa di Leonardo Da Vinci – sarà nuovamente accessibile al pubblico con opere d’arte site specific ed un programma di iniziative culturali collaterali, a ingresso libero. Il complesso è al centro di un imponente piano di rigenerazione a cura del gruppo francese Artea/Storia, che si concluderà nel 2025 con l’inaugurazione di un museo, gestito da una fondazione senza scopo di lucro (in corso di creazione), atelier per artisti, botteghe di alto artigianato, spazi dedicati alla formazione e al co-working, una foresteria, un caffè letterario, un ristorante. La mostra . Lo scorso giugno, per la prima volta, gli spazi messi in sicurezza sono stati aperti al pubblico per la mostra “Oltre le mura di Sant’Orsola”, con le opere degli artisti contemporanei Sophia Kisielewska-Dunbar e Alberto Ruce, che si è rivelata un successo oltre le aspettative: più di 6mila visitatori e oltre 50 visite guidate durante i 20 giorni di apertura. La mostra sarà nuovamente visitabile, in una forma rivista e arricchita rispetto al percorso espositivo realizzato a giugno. La nuova versione dell’esposizione vuole raccontare al pubblico il “dietro le quinte”, rivelando aspetti nuovi del lavoro dei due artisti coinvolti. Prevista anche un’opera inedita di Sophia Kisielewska-Dunbar, che per l’occasione ha prestato eccezionalmente il suo monumentale dipinto Dream of the Virgin. Il visitatore potrà così scoprire l’opera che ha segnato l’esordio della riflessione artistica di Sophia sul ruolo della donna nell’arte, che ha portato il futuro Museo ad invitarla come prima artista in residenza a Sant’Orsola. Quanto ad Alberto Ruce, se a giugno il pubblico aveva potuto apprezzare, nella sua integrità, l’installazione sospesa sopra i resti dell’antica chiesa, dal 2 settembre potrà ammirarla in una forma “alternativa” che consentirà ai visitatori di comprendere meglio il modo in cui è stata realizzata ed entrare nel suo processo creativo. Restano comunque i punti cardine: se per il suo trittico dipinto ad olio su tela Sophia Kisielewska-Dunbar si è basata sulle pale d’altare che anticamente si trovavano nel convento ed in altre raccolte storiche fiorentine, per immaginare una contro-narrazione al femminile, Alberto Ruce ha invece coinvolto le donne del quartiere come modelle per murales e opere su tela ispirate alla parte finale della vita di Lisa Gherardini, che tra queste mura fu accudita dalla figlia monaca. L’essenza effimera del progetto, inoltre, ha portato l’artista a sperimentare la lavorazione della cera, materiale mutevole e metamorfico, così come gli spazi di Sant’Orsola in corso di restauro. Le attività in calendario. In parallelo alla mostra il Museo di Sant’Orsola ospiterà anche una serie di eventi, per tutto il mese di settembre, organizzati da associazioni culturali e compagnie teatrali del territorio. Sabato 9 settembre, alle 18, concerto del quartetto vocale “Passi Sparsi” con musiche di Marenzio, Casulana (ingresso gratuito su prenotazione). Informazioni su: “Il suono giovane” Da lunedì 11 a venerdì 15 settembre spettacoli, incontri, visite guidate e laboratori a cura di Murmuris nell’ambito della rassegna “Le case: mondi possibili. Info su www.murmuris.it Mercoledì 13 settembre, ore 18, “Via Panicale verso il futuro”, conferenze nella loggia del chiostro nell’ambito del Festival delle associazioni culturali (ingresso libero fino a esaurimento posti). Informazioni: Festival delle associazioni culturali fiorentine. Sant’Orsola è un luogo profondamente radicato nella storia di Firenze, rimasto inaccessibile per quattro decenni dopo aver subito plurime trasformazioni e adattamenti d’uso: il monastero rimase in uso fino al 1810, quando fu espropriato dalle truppe di Napoleone. Iniziò allora la dispersione del patrimonio storico-artistico di Sant’Orsola. Convertito in Manifattura Tabacchi dal 1818 al 1940, poi in centro di ricovero per sfollati dopo la Seconda Guerra Mondiale, fu infine assegnato negli anni ’80 alla Guardia di Finanza per trasformarlo in caserma, ma il progetto cominciato venne presto abbandonato. Da allora, il complesso, ricoperto di cemento armato, è rimasto chiuso in una gabbia di ponteggi e solo eccezionalmente aperto in occasione di alcuni eventi culturali straordinari. Nel 2020 l’approvazione da parte della Città Metropolitana di Firenze del progetto di riqualificazione proposto dalla società francese Artea, trasformerà ancora una volta l’ex monastero, per farlo diventare luogo di cultura e incontri, spazio polifunzionale permeabile alla città e aperto al quartiere, ai residenti e ai cittadini temporanei. Il nuovo museo. Il Museo Sant’Orsola intende reintegrare e valorizzare l’antica collezione del convento, facendo tornare “a casa” alcune delle opere storiche, e al tempo stesso promuovere glii artisti contemporanei, attraverso residenze, mostre temporanee e l’avvio di una nuova collezione che guardi a nuove forme d’arte. Una vocazione già svelata attraverso la prima mostra. “Sarà un dialogo tra passato e presente e tra generazioni diverse che hanno vissuto e vivranno questo spicchio di città”, spiega la curatrice Morgane Lucquet Laforgue, responsabile del futuro museo. “Nel rispetto delle sue tradizioni, Artea, con la sua filiale Storia, si impegnerà a ripristinare il complesso di Sant’Orsola. Ha ideato un progetto unico, che propone una pluralità di servizi e di attività, sapendo valorizzare le specificità del luogo e del suo passato e inscrivendolo allo stesso tempo nella modernità, segnando così una nuova tappa nella sua storia. Questa visione ci permetterà di offrire domani a studenti, artigiani e artisti un luogo che ispira, propizio alle sperimentazioni e all’apprendimento. I lavori di riqualifica che cominceranno prossimamente permetteranno a Sant’Orsola di partecipare alla vita del quartiere di San Lorenzo, nel cuore di Firenze, e di offrire ai fiorentini, come a tutti i visitatori, un luogo di vita e di esperienze singolari”, conclude Philippe Baudry, Amministratore delegato di Artea. Maurizio Costanzo
FirenzeFirenze, riapre la mostra nel cantiere dell’ex monastero di Sant’Orsola