Firenze, la sera il bar chiude per mancanza di personale. “Cerco nove persone, senza successo”

L'allarme del presidente Confcommercio Cursano: "Mancano baristi, camerieri, chef. Così non riusciamo a far fronte all'ondata di visitatori"

Aldo Cursano nel ristorante di via de’ Benci

Aldo Cursano nel ristorante di via de’ Benci

Firenze, 28 marzo 2023 - "Avrei bisogno di assumere altre nove persone, almeno tre a tempo indeterminato. È tutto l'inverno che cerco personale qualificato, senza successo". A parlare è Aldo Cursano, titolare di due attività a Firenze: un caffè storico nel centro con otto dipendenti, tutti italiani, e un ristorante con altri nove, il 60% stranieri, tra i quali giapponesi, brasiliani e cingalesi. Per mancanza di personale non riesce a tenere le attività aperte sette giorni su sette ed è stato costretto a chiudere alle 18 perché non riesce a coprire il turno serale.

"Ho rinunciato all'aperitivo di sera - spiega - perché quando hai attività di un certo tipo non è che puoi prendere la prima persona che passa per la strada e fargli fare lo chef, il pasticciere, il barman o metterlo in sala. Al ristorante lavoro dal lunedì al sabato a pranzo e soltanto per due cene il venerdì e il sabato. Non si riesce a organizzare un adeguato servizio di accoglienza, preparazione e somministrazione e molti di noi stanno rinunciando. Abbiamo preferito limitare gli orari perché non si possono stressare troppo i collaboratori". Proprio cuochi e camerieri restano le figure più richieste dalle aziende della provincia di Firenze, insieme a personale non qualificato nei servizi di pulizia, operai specializzati e commessi di negozio. E' quanto emerge dall'ultimo report dell'ufficio studi della Camera di commercio di Firenze su dati Excelsior-Unioncamere. Quasi un posto vacante su due non si riesce a coprire. La difficoltà di reperimento, sull'area fiorentina, è del 44.8 per cento. Una situazione che preoccupa gli imprenditori fiorentini che temono di non riuscire a fronteggiare l'ondata di visitatori in arrivo. Cursano, che è anche vicepresidente della Fipe Confcommercio e presidente della Fipe Toscana, non ha dubbi: "Il decreto flussi è insufficiente e soprattutto poco aderente alle necessità dei vari settori economici. È assurdo sia nella modalità che nella misura. Nella ristorazione - sottolinea - soprattutto nelle città d'arte e nelle città balneari, abbiamo bisogno di 200mila stagionali perchè la stagionalità come in agricoltura è l'aria che respiriamo». La Federazione sta organizzando in tutta Italia i Talent Day, dei momenti di incontro tra imprese, istituzioni, scuole proprio per stimolare le giovani leve. "Tra gli italiani trovi al massimo qualche studente, ma non vuole lavorare il sabato e la domenica, al massimo la mattina". Per Cursano la mancanza di personale non è più un'emergenza "ma è diventata strutturale. È inutile pensare che con un decreto di emergenza si risolve il problema. Bisogna capire che non abbiamo bisogno di braccia ma di competenze".

Ma qual è la soluzione? "Individuare un percorso per formare le persone e poi inserirle - risponde Cursano - Premiare quelle che si impegnano e non quelle che stanno a casa. Abbiamo bisogno di mantenere quello stile italiano, quella qualità che ci contraddistingue. Bisogna essere tutti coscienti che oggi è a rischio un intero modello produttivo e distributivo che identifica il nostro Paese nel mondo, non solo la mia azienda". La necessità più stringente per Cursano e per tanti altri ristoratori ora sono le imminenti vacanze pasquali: "Firenze sarà strapiena e mi fa stare male non riuscire a fornire un adeguato servizio alla tanta gente che viene nel nostro Paese a vivere un sogno".

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro