Fiorentina, Amrabat-Mandragora diga viola: così Italiano trasforma il suo 4-3-3

Nomi e mosse per non snaturare il modulo base e andare nella direzione di un più incisivo 4-2-3-1

Il gruppo viola (Fotocronache Germogli)

Il gruppo viola (Fotocronache Germogli)

Firenze, 27 settembre 2022 - ​Prove tecniche di cambio di modulo. O di trasformazione. O anche, perché no, di lavori in corso in vista di decisioni (a questo punto più nette) da realizzare in futuro. Di certo, l’attesa per scoprire quale sarà la Fiorentina con cui Italiano andrà ad affrontare l’Atalanta, ha già creato un bel rincorrersi di supposizioni, indicazioni e pseudo-certezze su un assetto tattico che in qualche modo potrebbe discostarsi dal 4-3-3 con cui l’allenatore ha da sempre plasmato le sue squadre.

Così diventa curioso scoprire quali saranno le pedine che oscilleranno nel caso il modulo base dovesse spingersi, come è stato per una parte del match contro il Verona, prima della sosta, nella direzione di un 4-2-3-1 che sembra garantire alla Fiorentina una maggiore concretezza in fase difensiva (con la diga Amrabat-Mandragora davanti alla difesa) e in quella offensiva dove alle spalle dell’unica punta di ruolo (e Koaume potrebbe realisticamente battere la concorrenza di Jovic e Cabral) pandrà a muoversi un’asse di qualità ed energia.

Se in effetti nel 4-3-3 , il lavoro degli esterni – vedi Ikonè, Nico Gonzalez e Sottil – rischia di essere diventato un po’ troppo prevedibile e poco incisivo anche per la presenza di due centravanti ancora a corto della condizione migliore, nel 4-2-3-1, il supporto al centravanti di turno può essere maggiore grazie alla presenza di un centrale di centrocampo puro come Barak, messo al centro dei laterali capaci, in questa collocazione tattica, di supportare la manovra con affondi e traversoni, ma anche di tagliare la difesa avversaria e di puntare la porta.

Nei nomi, l’asse a tre alle spalle del centravanti può fornire un gran numero di combinazioni, nelle quali, a turno, possono inserirsi oltre a Nico e Ikonè anche Sottil e Bonaventura. Modulo in trasformazione, quindi, e magari – tornando ancora a quanto si è visto con il Verona – a partita in corso anche se la diga solida e fantasiosa allo stesso tempo, composta da Amrabat e Mandragora potrebbe rappresentare un atteggiamento tattico buono proprio per affrontare (dal primo minuto) la spinta del gioco dell’Atalanta.

Non che Italiano sia un allenatore che corra da adeguare le proprie scelte alle mosse o alla potenza dell’avversario, ma con i nerazzurri così bravi e attenti a colpire soprattutto con le loro ripartenze, una mediana più solida davanti alla difesa può rappresentare un movimento decisivo.

Portiere e difesa? Qui le mosse di Italiano saranno dettate non più da esigenze tattiche ma motivazioni legate alla condizione fisica dei suoi giocatori e dal turnover che tornerà d’attualità con l’avvicinarsi nel nuoco appuntamento con la Conference. E se Terracciano pare aver scavalcato del tutto Gollini nella gerarchia dei numeri uno, fra i difensori ecco che Venuti è naturalmente un titolare inamovibile in attesa del recupero di Dodò, mentre Italiano aspetta buone notizie da Milenkovic per ricomporre la coppia con Igor.

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