Fiorentina, musi lunghi e gioco corto. Una crisi che parte da lontano

Terza sconfitta in cinque partite per i viola: tanti assenti e ko di Quarta nel riscaldamento. Ma non può essere un alibi. E Ranieri (il centrale difensivo promosso) resta in panchina

Youssef Maleh (Ansa)

Youssef Maleh (Ansa)

Firenze, 15 settembre 2022 - Buio pesto anche a Oriente, tre schiaffi dai turchi del Besaksheir (mica dal Real Madrid) e ultimo posto nel girone di Conference: la crisi viola è sempre più densa e avvolge la squadra togliendole il respiro, oltreché la capacità di giocare in modo decente, se non pericoloso. Tanto per capirsi: unico tiro nello specchio della porta, un destro centrale di Saponara. Che malinconia. E quanti giocatori irriconoscibili, a cominciare da Gollini che è stato protagonista con una leggerezza-horror che ha aperto la strada al raddoppio dei turchi. Poco reattivo il portiere anche sul primo e il terzo gol, ma questi possono essere perfino particolari all'interno di un quadro così desolante. Così il capitano Biraghi nel dopo partita: 'Ci sentiamo bravi, ma forse non lo siamo'. Sconsolatissimo Italiano: 'Alle prime difficoltà ci sgretoliamo, non abbiamo la forza di reagire'

A Istanbul è arrivata la terza sconfiutta nelle ultime 5 partite, la vittoria manca addirittura dal 18 agosto (2-1 contro il Twente) e anche i giocatori più esperti stanno mostrando chiarissimi segni di sofferenza mentale, oltreché fisica. Perché tutto questo? Cosa si è frantumato nella testa della Fiorentina? Certo influiscono le assenze di Gonzalez, Milenkovic, Dodò, Sottil, ma non sono sufficienti a spiegare un'involuzione così clamorosa. Il 28 agosto la Fiorentina ha giocato una buonissima partita contro il Napoli, rischiando anche di vincerla. Da quel momento di alta speranza di crescita, sono arrivati 3 pareggi e 3 sconfitte e la squadra è andata in campo con la paura di sbagliare. Ieri l'unico sufficente è stato Amrabat, adattato come centrale difensivo per il ko di Quarta durante il riscaldamento. Fra parentesi Ranieri, che era stato definito il quarto centrale difensivo dopo la partenza di Nastasic, è rimasto in panchina. 

All'inizio si era messa tanto per cambiare in salita, con il ko di Quarta durante il riscaldamento e l'esordio di Amrabat accanto a Igor e Mandragora in regia. E nel tran tran prossimo allo zero assoluto visto nel primo tempo, perfino Amrabat ha avuto modo di mettersi in evidenza come coordinatore arretratissimo, niente di che, però quasi tutti i palloni sono passati dai suoi piedi. Questo per dire che la Fiorentina ha proposto poco laddove avrebbe dovuto, con Cabral isolato speciale in attacco, Ikoné poco brillante nell'uno contro uno e Saponara predisposto al taglio centrale per innescare qualcosa di diverso in formato trequartista. Ma qualcosa di diverso per chi? Poco contributo a centrocampo da parte di Maleh e con tutto il rispetto anche i temuti turchi hanno giocato un primo tempo decisamente imbarazzante, sotto il profilo della pericolosità, tanto che alla fine dei primi 45'  l'arbitro ha fischiato tre volte sperando forse che la partita fosse già finita.

Nel secondo tempo dentro Jovic per Cabral, ma dopo un inizio promettente è uscita di scena la Fiorentina. La doppietta di Gurler è nata in un deserto spaziale di concentrazione, e il terzo gol di Traoré ha messo ancora una volta in evidenza la cattiva serata di Gollini. Ah, è stato espulso anche Ikoné. La testa della Fiorentina è proprio da un'altra parte e domenica al Franchi arriva il Verona. Coraggio, peggio di così non potrà andare.

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