
Roberto Davide Papini
Firenze, 24 agosto 2015 - Comincia bene la Fiorentina di Paulo Sousa, ma, appunto, siamo all'inizio, il campionato è lungo, lunghissimo, e i valori verranno fuori alla lunga. Tuttavia, pur con prudenza, in casa viola è giusto parlare di un "effetto Sousa", riconoscendo al tecnico portoghese (arrivato a sostituire Vincenzo Montella, eredità pesante visti gli ottimi risultati degli ultimi tre anni) la capacità di conquistare la fiducia della squadra, della società, del pubblico e della critica.
Così, dopo gli slanci e le aperture dal punto di vista umano verso tifosi e stampa, l'orgogliosa rivendicazione del suo essere viola e "fiorentino" (come se avesse sempre militato in maglia gigliata) e dopo un precampionato incoraggiante ("ma è calcio d'agosto, non conta", dicevano i critici o i più prudenti) è arrivata una prima riprova positiva contro il Milan. Al di là del successo (meritato) e degli episodi favorevoli (ma, comunque, ben interpretati dall'arbitro Valeri) è parso incoraggiante vedere una linea di continuità tra la squadra che ha battuto Chelsea e Barcellona in amichevole e quella che ha steso il Milan di Bacca e Luiz Adriano in una gara che contava, dove i tre punti in palio erano bottino prezioso.
Squadra aggressiva, verticalizzazioni cercate con insistenza, pressing e grande attenzione difensiva sono state armi fondamentali per battere il Milan, oltre a una certa pochezza dei rossoneri. Rispetto al gioco di Montella (comunque efficace e spesso divertente), Sousa fa meno possesso palla in orizzontale e molti più contropiede. Vedremo se i risultati, dopo questo esordio incoraggiante, ma da prendere con le molle (in fondo, anche in questo caso "è calcio d'agosto...") saranno sempre così brillanti. Non sarà affatto facile (domenica sera a Torino contro il Toro sarà più dura) e sarà fondamentale che la società non tolga in questi ultimi giorni di mercato pedine importante per la rosa di Sousa, come Joaquin e non solo.
Intanto, però, Firenze si gode "l'effetto Sousa" e se è assai presto per sognare, almeno c'è spazio per il sorriso e per un po' di ottimismo in più.