Pitti 2023, l'anno della rivincita: oltre 18mila presenze

Un numero di compratori di cui si era persa la memoria: crescita a tre cifre Pinault conferma Bizzarri alla guida di Gucci: «Ho bisogno di lui, ha la mia fiducia»

Pitti 2023

Pitti 2023

Firenze 14 gennaio 2023 - "E’ stato un ottimo Pitti". I compratori italiani e internazionali sono concordi: bei prodotti, visione da parte di Pitti Immagine, organizzazione e, finalmente, il ritorno alla normalità con un numero di espositori che si attesta sugli 800 brand, tutti assai interessanti, dai più piccoli ai colossi del fashion. I numeri della chiusura di ieri sono una conferma: questa edizione 103 si farà ricordare per una presenza di buyer "di cui si era persa la memoria". L’affluenza è stata di oltre 18mila presenze. Circa 13.500 i compratori registrati, in rappresentanza di 6.500 aziende di vendita e distribuzione, con un aumento del 210% rispetto al gennaio 2022. Nel totale gli italiani sono oltre 9mila (+190%), gli esteri circa 4.500 (+260%). E questi sono davvero risultati splendidi che premiano il lavoro di tutta la squadra di Pitti Immagine, come ricorda con orgoglio l’amministratore delegato Raffaello Napoleone.

I primi dieci mercati esteri più presenti a questa edizione sono stati Germania (oltre 530 compratori), Olanda, Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti, Spagna, Turchia, Svizzera, Giappone e Belgio. Grande soddisfazione per il ritorno dei migliori compratori asiatici.

Dal Giappone sono arrivati oltre 190 buyer (erano stati 6 nel 2022), dalla Corea del Sud sono stati quasi 140 (rispetto ai 5 del 2022), così come sono tornati i buyer dalla Cina continentale, Hong Kong, Taiwan, Singapore e Thailandia, nazioni che all’ultima edizione invernale erano state quasi assenti. Altro dato interessante è il risultato delle presenze dei compratori dai Paesi nordici-scandinavi (Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia): 227 rispetto ai 60 dell’inverno scorso.

E ieri a Milano c’era un bel pezzo di Firenze perché Gucci ha sfilato per primo nel Calendario della Milano Fashion Week, col primo defilè senza la guida creativa di Alessandro Michele che ha lasciato l’azienda nel novembre scorso dopo sei anni di successi insuperabili.

Attesa, curiosità, un po’ di smarrimento, qualche permalo per come sono andate le cose, ma sopratttutto tanta voglia di vedere questo volto nuovo realizzato dai più stretti collaboratori per la linea maschile di Michele che ora hanno preso loro in mano le redini dello stile della maison fondata da Guccio Gucci nel 1921 a Firenze e da molti anni di proprietà del gruppo Kering.

E proprio il presidente e ceo del gruppo francese Francois Henri Pinault, seduto in prima fila, diceva a chi lo salutava: "Ora starà a voi giudicare questo lavoro". Pinault ha ribadito la sua piena fiducia nel presidente e ad di Gucci, Marco Bizzarri: "Marco guiderà il prossimo capitolo del marchio" ha detto Pinault, mettendo così a tacere troppe voci corse in questi ultimi mesi su una probabile uscita di Bizzarri, dopo quella di Alessandro Michele. E ha aggiunto: "Bizzarri ha la mia piena fiducia, l’ha sempre avuta. Ho bisogno di lui per questo nuovo inizio. E sono convinto che ci riusciremo".

E a tirare un sospiro di sollievo saranno anche i tantissimi dipendenti di Gucci a Firenze, a Scandicci, nell’hinterland e in tutta la Toscana perché finora Marco Bizzarri è stato un top manager illuminato e una garanzia di successo internazionale.

 

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