
Braccialini, corteo dei lavoratori (foto di archivio)
Firenze, 17 febbraio 2016 - NON tutto il lusso vola. La crisi ‘asfalta’ tante belle realtà anche nella nostra città e nell’area metropolitana, sconquassa aziende che finora credevamo saldissime per radici, tradizione, fama, impegno. Come la Braccialini SpA, fondata 62 anni fa dal Cavaliere del Lavoro Carla Braccialini col marito Roberto, scomparso prematuramente e padre dei figli Riccardo, Massimo e Lorenzo: lei imprenditrice-stilista famosa nel mondo per le sue borse fantasia, vero inno alla gioia del fashion internazionale, ha iniziato quasi per gioco, in casa, come succedeva nella Firenze del dopoguerra. Ora l’azienda che ha sede a Scandicci (proprio di fronte alla Gucci) e che è stata inaugurata nel 2009 con un progetto pilota a tutta ecologia, vive una crisi fortissima, con un fatturato che nel 2015 ha chiuso a 52 milioni di euro, in calo del 12% rispetto al 2014, e il ricorso da due giorni alla Cigs per tutti i 180 dipendenti, a rotazione.
Dal 2011 insieme alla famiglia Braccialini ci sono tre fondi, Sici (società di gestione del risparmio, partecipata da Fidi Toscana), Nem (un’altra Sgr, del Gruppo Banca popolare di Vicenza) e Hat di Milano (specializzata nel private equity) che controllano ormai il 78% dell’azienda. Una stramaggioranza, che dopo il recente consiglio di amministrazione porterà entro una settimana all’insediamento del nuovo amministratore delegato che sarà Carlo Morfini, manager designato dai tre fondi con esperienza di management in aziende di fama come Marni, Tod’s, Dondup, Borbonese.
La famiglia, intanto, sta pensando cosa fare. Fonti vicine testimoniano della volontà di essere sempre vicini all’azienda. Potrebbero uscire, dopo la «rottura dei patti sociali»? Chissà. Intanto si mormora di due offerte importanti che potrebbero risollevare e non poco le sorti dell’impresa: una da parte di un industriale italiano e una di un fondo, entrambi interessati ad un aumento di capitale. Starà a Sici, Nem e Hat decidere se accettare una delle due proposte, o respingerle entrambe. Di certo c’è lo stupore di clienti e fornitori che da dicembre scorso, quando il «caso» è esploso, si interrogano sul futuro della Braccialini SpA e molte domande si sono fatti anche in questi ultimi giorni in cui a Milano Rho-Pero è in corso il Mipel, il salone della pelletteria, promosso dall’Aimpes che ha proprio in Riccardo Braccialini (finora ad dell’azienda di famiglia) il presidente. Preoccupatissimi i dipendenti della sede principale di Scandicci e dei poli produttivi: i loro rappresentanti sindacali in questi ultimi mesi sono stati ricevuti in Regione Toscana e hanno parlato con Gianfranco Simoncini, consigliere per il lavoro del presidente Enrico Rossi, ricevendo garanzie di impegno per risolvere la grave situazione. Il 21 dicembre i lavoratori sono scesi in sciopero. Ora la cassa integrazione e il nuovo corso con la scelta di un manager come Carlo Morfini.