Firenze, 20 marzo 2023 – Uno scantinato che fa da rifugio improvvisato per proteggersi dai bombardamenti, in un angolo la statua della Madonnina scampata alla distruzione di una chiesa e in attesa di nuova sistemazione, lumini e santini perché la gente del quartiere va a pregarla lì. Una strana compagnia, riunita dalla necessità di riparo: ci sono Bambinella, un femminiello che conosce tutti e tutto che vive prostituendosi, il brigadiere Raffaele Maione che ha appena arrestato Melina, ventenne che ha sgozzato nel sonno il marchese di Roccafusca, ricchissimo nobile il cui palazzo si trova a poca distanza e nel quale la ragazza faceva la cameriera. Una storia tragica, gialla e umana ambientata nel 1943 è “Mettici la mano” di Maurizio de Giovanni, la regia di Alessandro D’Alatriha per protagonisti tre bravi attori come Antonio Milo, Adriano Falivene, Elisabetta Mirra in scena alla Pergola fino a domenica 18, alle 16. Un lavoro sulla comprensione della realtà e una serie di riflessioni, da differenti punti di vista, sulla vita, sulla morte, sulla famiglia, sulla giustizia e sulla fede in Dio. E fuori la porta il risuonare delle voci di gente che si trasformano in un pauroso silenzio e poi nel progressivo avvicinarsi del fragore delle bombe, mentre l’imminenza della possibile morte diventa sempre più vicina, il dialogo tra i tre si fa sempre più profondo e serrato. La Madonna è muta e addolorata, verrà chiamata in causa mentre la realtà cruda spiega cosa è realmente accaduto nel palazzo di Roccafusca e perché. Dove Bambinella si trasformerà in avvocato difensore della giovane Melina, l'unica povera vittima. E Maione che abbandona l'idea di un' accusa di processo che vedrà nella statua di gesso un giudice silenzioso e accorato. Una vicenda leggermente eduardiana e che mantiene la sua ambientazione napoletana. Nel nome di un nuovo progetto che nasce quasi come una costola della saga de Il commissario Ricciardi.
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