
Lisa Marie Browne, Maria Vittoria Rimbotti, Eike Schmidt (New Press Photo)
Firenze, 10 luglio 2018 - Impronte palmari, alcune più nette, altre più labili. E poi frammenti digitali che, ricomposti, analizzati e studiati restituiscono le mani del genio. Dopo 500 anni ecco riapparire il tocco di Leonardo da Vinci, che su quella tavola ha disegnato, cancellato, corretto e steso con i polpastrelli la pittura a olio. E’ uno dei miracoli compiuti dal restauro de L’adorazione dei Magi, opera che Leonardo lasciò incompiuta a Firenze nel 1482, quando partì alla volta di Milano, per passare al servizio di Ludovico il Moro.
L’intervento su questa tavola, misteriosa quando affascinante, è durato 5 anni ed è stato realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure, forse i restauratori più bravi al mondo. Ma prima di restituire il dipinto agli Uffizi, anche il Ris, il reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri, ha esaminato con le più moderne tecnologie quel groviglio di cavalli, cavalieri e architetture, passando dalla dolcezza dei volti della Madonna e di Gesù Bambino, alle aguzze fisiognomiche dei Magi d’Oriente, dalle fronte degli alberi, al guizzare degli animali. E alla fine eccole, le impronte di Leonardo, che pare averla accarezzata oltre che dipinta quell’Adorazione. Da oggi, questo capolavoro, che per certi aspetti sembra un blocco di appunti per la futura Battaglia di Anghiari, è al centro di una sala degli Uffizi tutta dedicata all’artista scienziato, di cui l’anno porssimo ricorrono i 500 anni dalla morte.
Accanto, sulla sinistra, nella stessa sala 35, si trova il Battesimo di Cristo, eseguito nel 1475-78, all’epoca in cui Leonardo era a bottega dal Verrocchio. L’angelo inginocchiato sulla sinistra ha una dolcezza e una perfezione tali, che da sempre la critica ha attribuito quel brano pittorico alla mano del genio di Vinci, mentre il resto è ritenuto del suo maestro Verrocchio. Infine, sulla destra della sala vi è L’Annunciazione, proveniente dalla chiesa di Monteoliveto. Qui, le ali dell’arcangelo Gabriele sono talmente reali da alludere allo studio dal vero sul volo degli uccelli. «Il nuovo allestimento – sottolinea il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, – non solo è studiato per permettere un tipo di visita lenta, meditata, in cui il visitatore può confrontare le opere e capire l’evoluzione stilistica di Leonardo giovane, ma rende anche giustizia alla storia dell’arte, collocando le opere dell’artista immediatamente dopo le sale dedicate al ‘400 fiorentino. Una novità che segue quella del mese scorso, con l’inaugurazione della sala dedicata a Michelangelo e Raffaello, che si trova proprio a fianco».
Cuirati da Antonio Godoli, gli allestimenti sono stati realizzati col contributo dell’associazione dagli "Amici degli Uffizi and Friends of Uffizi" (guidata dalla presidente Maria Vittoria Colonna Rimbotti e dalla vice Lisa Marie Browne), che ha finanziato anche il restauro dell’Adorazione dei Magi: «Con l’avvento della pittura a olio il colore si fa più denso – spiega il vicedirettore dell’Opificio delle Pietre Dure, Cecilia Frosinini – e come hanno rilevato i tecnici del Ris, si vede che anche Leonardo nell’Adorazione ha usato il taglio della mano per stendere il pigmento. Nella relazione si legge che moltissime di queste impronte sono palmari, dorsali, oppure parziali, in quanto derivano da gesti che accompagnano il colore che sfuma. Ma ci sono anche impronte dirette, specialmente nella zona del cielo, dove c’è questo impasto di colore azzurro e bianco di piombo corposo e denso».