MICHELE MANZOTTI
Cultura e spettacoli

Jonathan Coe, l'arte di scrivere nel mondo che cambia

Lo scrittore inglese a Firenze parla del suo ultimo romanzo "Undici" e non solo

Jonathan Coe

Firenze, 19 marzo 2016 _ "La casa editrice Penguin si può permettere di pubblicare i miei romanzi grazie al successo dei libri di cucina di Jamie Oliver. Più lui vende più posso scrivere". Jonathan Coe è uno degli scrittori inglesi contemporanei più apprezzati in patria e all'estero. Nonostante questo, con l'età il suo pragmatismo britannico è aumentato, così come una certa disillusione e il timore per il futuro. A  Firenze Jonathan Coe è venuto a presentare Undici (appunto il suo undicesimo romanzo): è una storia dei nostri tempi: dal suicidio di David Kelly, lo scienziato che aveva rivelato le bugie di Tony Blair sulla guerra in Iraq, agli anni austeri della Gran Bretagna che conosciamo oggi. "Abito nel quartiere londinese di Chelsea _  spiega Coe _ che da una zona hippy è diventato un quartiere per ricchi. Ma questa evoluzione è molto strana: tante abitazioni sono vuote perchè sono acquistate da ricchi stranieri. Lo status symbol sta nel fatto di possedere una casa importante che porta reddito, visto che gli investimenti rendono, non tanto quello di abitarci".

Per raccontare questo Coe ha utilizzato anche dei clichés legati alla scrittura dell'horror oltre al suo stile abituale, il suo acuto senso della satira e la sua capacità di osservazione per mostrarci il nuovo, assurdo e inquietante mondo in cui viviamo. "Ormai - racconta Coe - una certa Inghilterra solidale e con tutele per i più deboli che è stata spazzata via da Margaret Thatcher non tornerà più. Oggi mi trovo con un Regno Unito in cui ci sarà un referendum per l'uscita dalla Unione Europea e con il sindaco di Londra Boris Johnson che voterà il suo no all'Europa. Un'eventualità che troverei catastrofica economicamente e culturalmente. Il mio maggiore incubo è avere un primo ministro come Johnson, essere fuori dall'Unione Europea mentre in America diventa presidente Donald Trump. Per questo non posso non usare toni e tecniche dei racconti horror".

In un incontro molto affollato al Caffè Letterario Le Murate, Coe ha poi parlato del suo rapporto con la musica che spesso entra come protagonista nei suoi libri e quello della sua formazione in un paese come il Regno Unito. "Ovviamente ho letto molti autori, anche se poi altri scrittori inaspettatamente hanno costituito un riferimento più importante. Ma ho anche visto tante serie televisive e tutti i programmi dei Monty Python".