Zaki va alla Normale e arriva in città: "Studierò a Firenze, sono felice"

L'attivista egiziano Patrick Zaki accettato al dottorato alla Normale di Pisa dopo anni di prigionia, lascia Bologna per Firenze.

FIRENZE

"Sono stato informato che sono stato accettato nel programma di dottorato alla Normale di Pisa, nel dipartimento di politica ed economia". Lo rivela attraverso i suoi social Patrick Zaki, attivista egiziano incarcerato per quasi due anni nel suo paese d’origine con l’accusa di propaganda a favore dei diritti civili. Zaki si dice "molto felice" per la notizia e parla di "un nuovo importante passo nella mia vita". Un’ammissione, quella al dottorato della Normale, molto ambita dal 32enne egiziano, rientrato in Italia lo scorso anno, per la quale ha continuato a studiare anche negli anni di prigionia in Egitto. Lascia dunque l’Università Alma Mater e Bologna, città che lo ha accolto e reso cittadino onorario nel 2021, per trasferirsi in Toscana. Zaki seguirà il corso che si tiene nell’unica sede di Firenze della Scuola Normale, nella cornice di Palazzo Strozzi.

L’annuncio continua con una battuta sulla difficoltà dell’ateneo pisano, augurandosi che i suoi nuovi docenti "siano gentili" e auspicando che vada tutto bene, "a differenza di tutto quello sentito dalla maggior parte degli amici che hanno affrontato il percorso di dottorato e si stanno ancora riprendendo dall’esperienza".

Patrick Zaki si trovava in Italia dal 2019 e viveva a Bologna. Lavorava per l’Egyptian Initiative for Personal Rights, un’organizzazione per la quale l’attivista aveva il ruolo di ricercatore sui diritti umani e di genere.

Quel 7 febbraio 2020, al suo atterraggio in patria, lo studente egiziano è stato arrestato all’aeroporto del Cairo. Secondo quanto raccontato dall’Eipr, è sparito per le 24 ore successive senza che nessuno sapesse niente di lui. Dopo essere stato portato al Cairo, è stato trasferito a Mansoura, qualche decina di chilometri a nord della capitale, è stato sottoposto a un brutale interrogatorio. Il 7 dicembre 2021, dopo essere stato condannato a 3 anni, il giorno successivo il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi gli ha concesso la grazia presidenziale.

Linda Coscetti

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