OLGA MUGNAINI
Cronaca

Vita, simboli e memoria Da Hitler alla Monna Lisa

Yan Pei-Ming si misura con la violenza e i sentimenti di cui è capace l’uomo. Nelle sale di Palazzo Strozzi immense tele, a volte dei trittici, con personaggi storici.

Vita, simboli e memoria  Da Hitler alla Monna Lisa
Vita, simboli e memoria Da Hitler alla Monna Lisa

di Olga Mugnaini

"La storia è una tragedia, crudelissima, che travolge l’umanità". Ma Yan Pei-Ming non ha paura di misurarsi con la violenza di cui è capace l’uomo, che affronta attraverso la forza della sua pittura, materica, monumentale, dove mescola vita personale ed eventi collettivi, simboli e icone della cultura e della storia dell’arte tra Oriente e Occidente, recente passato e contemporaneità.

L’artista franco-cinese, nato a Shanghai e vissuto poi a Parigi, arriva a Palazzo Strozzi con una trentina di opere che raccontano la sua relazione tra immagine e realtà, memoria e presente. La mostra, a cura di Arturo Galansino e dal titolo “Yan Pei-Ming. Pittore di Storie“, esplora tutti i generi: dal ritratto al paesaggio, dalla natura morta alla pittura di storia. Dipinti che spesso nascono da immagini fotografiche estrapolate da fonti diverse, come copertine di giornali, still cinematografici o celebri opere della storia dell’arte. Nelle sale di Palazzo Strozzi si alternano così immense tele, a volte veri e propri trittici, con personaggi storici quali Mao Zedong e Adolf Hitler insieme a originali reinterpretazioni di opere come la Monna Lisa di Leonardo o l’Innocenzo X di Velázquez o di due copertine del "Time" dedicate nel 2008 al presidente russo Vladimir Putin e nel 2022 a quello ucraino Zelensky. Opere in cui l’urgenza della pittura diventa quasi un dripping che sembra sfregiare il volto dei sui soggetti, resi con una tavolozza spesso appena bicolore: nera e bianca, rossa e bianca, blu e bianca, oppure monocroma.

Amante dell’Italia, Yan Pei-Ming è stato sedotto non solo dall’arte, ma anche da alcuni drammatici momenti della storia del nostro Paese nel corso del Novecento, in una sorta di deposizioni laiche. Di grande impatto l’esposizione a testa in giù dei corpi di Benito Mussolini e Claretta Petacci a Piazzale Loreto a Milano nel 1945. E ancora il corpo riverso di Pier Paolo Pasolini all’idroscalo di Ostia nel 1975, dipinto con spietato realismo da una foto dell’epoca. Così come il ritrovamento di Aldo Moro nel bagagliaio di un’auto a Roma nel 1978, su una tela di due metri e mezzo per tre, dipinta con un solo colore, rosso sangue. "Presumo di essere un artista cinese ed europeo, ma sono prima di tutto un artista - spiega – Non sono comunque un pittore romantico, sono un pittore del nostro tempo".