REDAZIONE FIRENZE

Violenza vicino a scuola. I docenti dell’Agrario scrivono alla Procura: "Studenti a rischio"

Insegnanti e alunni aggrediti lungo il tragitto per raggiungere l’istituto. La lettera alle istituzioni per esprimere paura e preoccupazione. "Non accettiamo che nei luoghi frequentati dai ragazzi succeda di tutto".

Insegnanti e alunni aggrediti lungo il tragitto per raggiungere l’istituto. La lettera alle istituzioni per esprimere paura e preoccupazione. "Non accettiamo che nei luoghi frequentati dai ragazzi succeda di tutto".

Insegnanti e alunni aggrediti lungo il tragitto per raggiungere l’istituto. La lettera alle istituzioni per esprimere paura e preoccupazione. "Non accettiamo che nei luoghi frequentati dai ragazzi succeda di tutto".

Una professoressa, in partenza per accompagnare i ragazzi in gita, aggredita appena scesa dal tram, alla fermata Alamanni-Stazione. Uno studente accerchiato e picchiato sulla via per scuola; ragazze quotidianamente molestate sui mezzi pubblici e alle fermate. Sono solo alcuni degli episodi che studenti e docenti dell’Istituto tecnico agrario di Firenze denunciano. Accaduti alle Cascine, a Novoli o alla Stazione, puntualmente mentre vanno o tornano da scuola. Così, esasperati dalla situazione, due settimane fa, il Collegio dei docenti ha scritto una lettera alla Procura della Repubblica, alla Questura, alla sindaca Sara Funaro e al presidente del Quartiere 1 Mirco Rufilli, per ora senza risposta.

"La violenza di certi episodi, sempre più diffusi, è l’aspetto che desta maggior preoccupazione, che ci porta a riflettere su quanto siamo diventati vulnerabili – scrive il Collegio dopo aver fatto un’analisi del mutamento della geografia criminosa in città –. Nei dintorni della scuola accade che baby gang aggrediscano e pestino minorenni per un cellulare, poco più lontano può capitare di essere testimoni del far west in supermercati e grandi magazzini". Personaggi noti, si specifica, che da mesi spadroneggiano nella zona tra l’Esselunga e il giardino delle Medaglie d’oro: "Li abbiamo visti confrontarsi con le forze dell’ordine senza riconoscerne l’autorità, come se il poliziotto o il carabiniere non vestisse una divisa, come se non ci fosse uno Stato. Dobbiamo quindi rassegnarci alla legge della giungla? - si chiedono i docenti - Come insegnanti, e cittadini, abbiamo ben chiaro che il diritto alla sicurezza, alla tutela dei più deboli, è un diritto essenziale, almeno quanto quello all’educazione e all’istruzione". È anche una questione di speranza per i giovani: "Ragazze e ragazzi, gli stessi che un anno fa sono andati a spalare via il fango dalle case allagate, che si chiedono e ci chiedono cosa si può fare. Nella testa dei nostri studenti non deve passare il messaggio che questi atti violenti, questo clima di sopraffazione siano la norma ineluttabile per la convivenza, nel mondo nuovo del terzo millennio - si legge ancora nella lettera - Devono sapere chiaramente che come noi insegnanti ci adoperiamo nella scuola, non possiamo accettare che all’esterno del nostro Istituto vi siano strade e piazze, giardini dove può succedere di tutto, nel degrado e nell’indifferenza. L’Istituto Agrario è situato sul margine del parco delle Cascine, una zona critica che da qualche tempo è soggetta a maggiore controllo. Certi soggetti si stanno spostando nelle zone vicine, di piazza Puccini, Novoli, San Jacopino".

Perciò la richiesta finale. "Chiediamo che la sicurezza sia assicurata anche lungo le strade che i nostri studenti percorrono tra casa e scuola. E vogliamo a questo proposito segnalare alcune situazioni concrete: come quella di piazza delle Medaglie d’Oro e di via Baracca altezza McDonald’s, frequentate da gang di strada; o viale del Visarno da via delle Cascine al Fosso Macinante, dove la mattina si osserva un via vai di persone, probabilmente legato alla presenza di spacciatori".

"Un’iniziativa partita dai docenti, insieme a genitori e personale Ata, per sollecitare una maggior attenzione all’area – spiega il preside Andrea Marchetti – Un aumento del degrado ci viene segnalato non solo dai nostri studenti, ma anche dai residenti della zona. Siamo preoccupati non solo per l’ingresso e l’uscita, ma anche per altre situazioni quali, per esempio, la zona dove si trovano a passare il tempo quegli studenti che non seguono l’ora di insegnamento religioso né altri studi alternativi ma hanno il permesso firmato per allontanarsi un’ora".

Carlo Casini