REDAZIONE FIRENZE

Villa Monna Tessa, una ‘bomba’ sanitaria

Anche rifiuti ammassati nei padiglioni del vecchio centro dialisi. Ma nonostante le denunce nessuno interviene. La storia della struttura

Degrado a Villa Monna Tessa

FIRENZE

Da quando villa Monna Tessa non è più operativa, è stato un lento ma inesorabile degrado. Ma l’incuria non è soltanto un padiglione che marcisce, ma è pure una colonia di poco di buono che orbita intorno a quella mura fatiscenti in cui ha trovato ricovero anche chi ha bisogno per davvero.

Ne sanno qualcosa nella vicina chiesa di San Giovanni Battista: padre Marco Fantappiè ha finito la voce, nel denunciare il declino e i “dispetti“ nei loro confronti.

Nei giorni scorsi, siamo riusciti a documentare altri vandalismi: alcune statue andate dolosamente in frantumi.

Ma Careggi, proprietaria della struttura, a metà con l’università di Firenze, fatica ad intervenire.

Eppure, la situazione sta diventando un’emergenza anche dal punto di vista sanitario: i rifiuti sono ammassati ovunque, anche dove una cinquantina di senza dimora anche trasformato le stanze dell’ex ospedale in qualcosa di simile a un appartamento. Anche se non c’è acqua e mancano pure le minime condizioni igieniche.

Alia ha fatto un intervento di pulizia straordinario, ma torna tutto da capo alla svelta, anche per la massiccia presenza di “residenti“. E dentro il perimetro di Monna Tessa, c’è anche un’abitazione privata con due famiglie “circondate“.

Matteo Chelli, consigliere del quartiere 5 di Fratelli d’Italia, è tra i più attivi nel denunciare la situazione. Ma anche i suoi esposti, arrivati fino ai ministeri della Salute e dell’Interno, non hanno avuto esito, finora. "La novità è che non ci sono novità - dice Chelli -. La situazione è difficile ma che non venga data nessuna risposta per il futuro, anche non immediato, è grave".

L’incubo Monna Tessa è cominciato nel 2019, quando è stato dismesso il centro dialisi. Con l’inutilizzo, lo stabile è stato subito adocchiato da senza fissa dimora, ma anche da spacciatori e balordi. I primi sporadici tentativi di occupazione sono stati respinti dalla vigilanza che fa servizio a Careggi, ma quando il numro degli occupanti è diventato più massiccio, lo sgombero, nonostante le denunce della proprietà, è diventato problematico.

Con l’arrivo della pandemia, la situazione è addirittura peggiorata. “Bocciato“, nel novembre del 2020, un recupero della struttura come padiglione covid (la Protezione Civile attestò la non idoneità a un rapido reimpiego, probabilmente proprio per le condizioni in cui versava già), nel gennaio dell’anno scorso in uno scantinato venne rinvenuto anche un cadavere.

Pochi giorni dopo, Careggi presentò anche una denuncia contro gli occupanti, ma la successiva inchiesta è stata archiviata da parte della procura in quanto "non sono emersi elementi utili per l’identificazione dei responsabili".

Nel frattempo, dentro e fuori dal “Cubo“ di Careggi, che confina con villa Monna Tessa, si sono moltiplicati vandalismi e furti sulle auto in sosta.

Anche il furto di pissidi e alcuni oggetti sacri nella chiesa di viale Pieraccini più che un sacrilegio potrebbe essere da attribuire a qualche balordo che vive nell’ex centro dialisi.

ste.bro.