Via Canova, tre dell'inseguimento vivevano in case popolari. I condomini: "Liti e soprusi"

Firenze, la morte di Duccio Dini: viaggio nei palazzi del Quartiere 4

Fiori per Duccio Dini (Marco Mori / New Press Photo)

Fiori per Duccio Dini (Marco Mori / New Press Photo)

Firenze, 13 giugno 2018 - Mesi, in alcuni casi anni di una convivenza difficile. Costellata di lettere inviate al Comune, richieste dei condomini a Casa Spa (l’ente che gestisce gli alloggi popolari) e denunce presentate alle forze dell’ordine. E adesso, dopo la tragedia di via Canova, la paura di avere come vicini di casa i protagonisti di quei fatti è evidente.

Perché tre delle persone protagoniste del folle inseguimento in auto vivevano, a vario titolo, non solo nel campo del Poderaccio come era sembrato inizialmente, ma anche nelle case popolari del Quartiere 4.

Lo dicono i residenti, lo confermano le parole del sindaco di Firenze Dario Nardella, che minaccia di togliere l’alloggio ai responsabili della tragedia, e lo evidenzia il senatore di Fratelli d’Italia Achille Totaro, che ieri ha annunciato di voler coinvolgere direttamente il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

«Qui vivono alcune di quelle persone – spiegano i residenti di uno dei palazzoni del Q4 – e i problemi non sono nati oggi. Da anni chiediamo un confronto con il Comune e Casa spa, ma ogni volta ci mettono a tacere dicendo che siamo razzisti. Razzisti? – si sfogano – Qui di razzista non c’è nessuno, ci siamo sempre integrati con tutti. Ci sono un sacco di sindacalisti, persone di sinistra, impegnate nel volontariato e nelle associazioni, gente che il razzismo l’ha sempre respinto. Ma non possiamo tollerare comportamenti assurdi, chiunque ne sia l’autore. E adesso, dopo quello che è successo, abbiamo davvero paura».

ll clima è teso e, nonostante la rabbia, nessuno vuole esporsi con nome e cognome per paura di ritorsioni. «Un tempo facevamo tante feste in giardino, tutti insieme – commenta una signora – c’era un bel clima. Poi sono arrivate queste famiglie e le cose sono cambiate. Musica a tutto volume la notte, lavori negli appartamenti senza autorizzazioni, bottiglie piene di pipì lanciate in giardino dalle finestre, motorini smontati negli androni e lasciati lì per anni, minacce a chi si lamentava e poi un via vai di auto di lusso».

Perché oltre ai problemi di ordine pubblico c’è un’altra cosa a infastidire i condomini: l’ostentazione (vera o falsa che sia) di ricchezza, in case che, essendo popolari, dovrebbero andare a chi ha più difficoltà. A dare fastidio sono le Mercedes ultimo modello parcheggiate nelle aree di sosta condominiale e le foto postate su Facebook (visibili a tutti) con tappeti di banconote da 50, 100 o 500 euro a coprire interi tavoli.

Soldi veri oppure una «carnevalata»? Impossibile dirlo, ma anche questo esaspera gli animi. E magari avrebbe dovuto far scattare qualche verifica in più.

«Parliamo di persone che hanno 200-300 denunce o addirittura condanne e continuano a scorrazzare per la città – ha commentato il senatore Totaro – A Nardella chiedo di sapere con precisione se sono vere le notizie che ho, per cui le persone arrestate avevano una casa popolare a Firenze. Questi soggetti facevano feste fino alle 4 di notte, si lasciavano andare a minacce, danneggiamenti e violenze senza che il Comune togliesse loro la casa. E se uno è abituato a non rispettare le regole poi pensa che sia normale fare inseguimenti a 150 chilometri orari, e va a finire che ci lascia la vita un povero ragazzo».

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