Allarme alcol, "Vi racconto le notti dei giovani all’inferno. Siamo tutti responsabili"

Il presidente dei locali da ballo Tarantoli chiede al sindaco di "intervenire subito". Alcol alla guida: nella notte su 200 controlli, 27 patenti ritirate

Alcol (Foto di repertorio)

Alcol (Foto di repertorio)

Cronache dall’inferno. Andata e ritorno. "E’ incredibile quello succede ai nostri figli nei locali, lontano dal controllo dei genitori, fuori dallo sguardo degli insegnanti. Forse nessuno lo sa, noi che ne siamo testimoni siamo arrivati al punto di alzare le mani, non per arrenderci, ma per chiedere che si intervenga. Subito". E’ cruda e dura l’istantanea che fa delle notti ubriache dei giovani, Riccardo Tarantoli, presidente del Silb (il sindacato dei locali da ballo), anche membro del direttivo nazionale.

Nel fine settimana, soprattutto il sabato, si scatena l’inimmaginabile. "Noi, da soli, con tutte le le regole del mondo non riusciamo a fermare un problema più grande che dev’essere affrontato con un tavolo interistituzionale che coinvolga le famiglie, la scuola, gli psicologi, il mondo del volontariato ma anche noi che raccogliamo gli sfoghi dei ragazzi e che vediamo ciò che accade".

Perché esagerano con l’alcol?

"E’ un modo per ottenebrare la mente e cancellare le difficoltà che hanno i giovani che non si sentono ascoltati, accettati, importanti. Ci sono due grandi istituzioni sotto processo per la loro assenza: famiglie e scuola. Non sono in grado di gestire i figli. Mancano valori, priorità della vita. E così da soli i ragazzi non sanno come gestire il disagio, sono confusi. Naturalmente non tutti".

Quali sono i comportamenti ricorrenti?

"Si pongono con supponenza. Non hanno rispetto per gli adulti. Sono subito pronti a offendere davanti a un divieto, se diciamo che un altro drink non si può perché vediamo che hanno già esagerato. Qualcuno vorrebbe alzare le mani. E’ evidente la mancanza di valori e di educazione. Hanno una grande rabbia e non sanno come scaricarla, sono capaci di rompere porte e tavoli a calci e pugni".

Come gestite queste situazioni?

"Ci troviamo in grossa difficoltà, perché giustamente non possiamo neppure sfiorarli. Ma loro attaccano con aggressività. Quando non riusciamo a fermarli con la comunicazione chiamiamo la polizia. A quel punto la maggioranza scappa. Perché non sono mica stupidi, capiscono bene i rischi".

Da quanto va avanti questa escalation?

"Questo fenomeno ci è sfuggito di mano già da almeno cinque-sei anni. E ogni anno è peggio".

Dopo il lockdown e la lunga clausura è peggiorato?

"Ora sono letteralmente impazziti. Sono famelici di divertimento, li capiamo anche. Questo lockdown è stato veramente pesante. Ma ora fuori non riconoscono più il senso del limite, il rispetto degli altri e delle regole. Lo superano andando ogni ragionevolezza".

La colpa però è anche dei locali che svendono alcol...

"Condanniamo assolutamente l’utilizzo di cinque shot a 5 euro perché non si può inneggiare all’abuso d’alcol. E’ giusto che chi sbaglia paghi anche tra gli esercenti. C’è un regolamento comunale che abbiamo condiviso e al quale ci atteniamo: l’alcol non si svende. Ma la svendita totale è nei minimarket: bene avevano fatto a chiuderli alle 21, perché con le multe loro continuano. E spacciano sicura ubriachezza a pochi euro".

Chi sono questi ragazzi?

"I nostri figli. Non gli stranieri. Non è più il problema degli americani, il ritornello ante pandemia è finito. Noi adulti bisogna assumersi la responsabilità che abbiamo. Siamo noi che abbiamo fallito, per questo chiedo al sindaco di sedersi tutti intorno a un tavolo".

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