ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Ventisei giorni per una soluzione Quattro ministeri al lavoro

Corsa contro il tempo per mandare avanti la gara d’appalto (che scade il 13 giugno) senza ritocchi. L’ipotesi del fondo immobiliare pubblico lanciata dal Mef per i finanziamenti di Euro 2032. Giani da Fitto.

Ventisei giorni per una soluzione Quattro ministeri al lavoro

di Ilaria Ulivelli

Ci sono quattro ministeri al lavoro per trovare una soluzione. Per provare a tirar fuori dal cilindro i 55 milioni di finanziamento pubblico che la Commissione europea ha fatto saltare dai Piani integrati delle periferie (nel grande capitolo del Pnrr) per il resyling del Franchi. E che fanno restare Palazzo Vecchio con il fiato sospeso. Questa per il momento è la strada maestra: impegnati nel lavoro ci sono il ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, più direttamente coinvolti, in quanto il decreto di finanziamento del 22 aprile dello scorso anno era stato emanato proprio dai ministeri che hanno ereditato dal precedente governo.

Poi anche il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, che ha seguito in diretta la bocciatura Ue e tenuto i rapporti con il sindaco Nardella (ieri ha incontrato anche il governatore toscano Eugenio Giani) e il ministro dello Sport Andrea Abodi. Più indirettamente è chiamato in causa anche il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, già che il finanziamento che permette di tenere in piedi l’operazione (i 95 milioni del piano nazionale complementare, all’interno del Pnrr) è stato erogato dal suo dicastero, ma dal suo predecessore.

Il fatto che il decreto di definanziamento sia stato emanato ma non ne sia arrivata comunicazione ufficiale a Palazzo Vecchio, consente di mantenere aperta la gara d’appalto: i tempi per la presentazione delle offerte scadranno il 13 giugno.

L’obiettivo è arrivare a una soluzione in questi 26 giorni. Sospendere o cambiare gara farebbe perdere il tempo necessario a restare nei tempi del cronoprogramma. Se, nonosntante l’impegno, il governo dovesse decidere, invece, di non finanziare i 55 milioni per una presa di posizione politica, il Comune avrebbe varie possibilità alternative. Dalla comunicazione ai partecipanti alla gara che l’importo complessivo è diminuito da 170,5 milioni a circa 125, all’accensione di un finanziamento attraverso il Credito sportivo o un fondo immobiliare collegato. Oltre a quella della battaglia legale perché la beffa della bocciatura è arrivata tardi, a procedure già in corso e nei tempi, con un finanziamento già emanato per decreto.

La possibilità del fondo immobiliare è emersa ieri quando il ministro Giorgetti parlando di come il decreto di governo per Euro 2032 può aiutare la rinascita degli anziani e malridotti stadi italiani (quasi tutti pubblici) ha spiegato che l’obiettivo è creare "la valorizzazione del patrimonio esistente o da realizzare: gli stadi possono diventare una fonte di ricchezza al di là della competizione sportiva. Dobbiamo attrezzarci con delle regole, creando dei fondi dedicati che mobilitino risorse private" della necessità di rifare gli stadi. Tradotto, un fondo immobiliare pubblico a supporto, erogato magari dal Credito sportivo, che consenta anche di alimentare risorse private per concorrere alla realizzazione.