Sarà la volta buona? A Barberino si torna a parlare di un "Museo Vangi". Il grande artista, - considerato il più grande scultore vivente italiano -, nativo di Barberino di Mugello e ora residente a Pesaro nella regione delle Marche, ormai da diversi anni ha stretto nuovi e affettuosi rapporti con il paese mugellano natale, grazie soprattutto all’opera dell’ex-sindaco Gian Piero Luchi e dell’associazione che si è costituita, gli "Amici di Giuliano Vangi".
L’associazione ormai da molti anni segue l’artista, partecipa alle sue mostre, anche all’estero, e organizza iniziative. Ma il suo obiettivo principale è quello di creare a Barberino un centro che raccolga una parte delle sue opere.
Ma purtroppo finora questo non è stato possibile. Si sono ipotizzate più localizzazioni, c’è stata una tesi di laurea dedicata a questo progetto, e c’era perfino la disponibilità dell’archistar Mario Botta, amico di Vangi, a firmare il progetto.
Ma niente si è concretizzato. Ora però, in occasione dell’anteprima nazionale del documentario "Focus on Vangi", il sindaco Giampiero Mongatti ha annunciato una cosa concreta. C’è un immobile, di proprietà pubblica, che potrebbe essere messo a disposizione per farne il luogo espositivo in Mugello dedicato all’artista e alle sue opere. Si tratta delle ex-Poste, nel centro storico di Barberino. Il piano terra è di proprietà comunale, il primo piano alloggiava il Corpo forestale. Ora però l’edificio è completamente vuoto, perché inagibile a causa dei danni del terremoto del dicembre 2019. Mongatti lo indica come sede possibile per la realizzazione del Centro Vangi, "se andrà bene al maestro. Ci sembra adatto ad accogliere le sue opere". Ma vanno trovati i fondi per il suo recupero. Dovrebbe essere la Protezione civile nazionale ad erogarli, visto che si tratta di un immobile pubblico danneggiato dall’evento sismico di quattro anni fa che a Barberino causò gravi danni soprattutto in un’area del centro, rendendo inagibile la pieve, l’oratorio della Misericordia, il Municipio e altri edifici. Che si sono recuperati proprio con il contributo della Protezione civile. La Regione è pronta a erogare qualche centinaio di migliaia di euro per gli impianti e l’allestimento. Ma prima occorrerà consolidare la struttura.
Paolo Guidotti