FIRENZE
Baglioni, la didattica a distanza...
"Meglio in aula, ma non piangiamoci su. È un’occasione per cambiare la scuola. In meglio".
Sei stato (bravissimo) studente, poi prof a scuola. Quale, delle due categorie perde e quale guadagna, con la Dad?
"Premesso che si tratta di una situazione non normale, siccome non ci sono alternative, ognuno cerchi di prendere il buono".
Che sarebbe?
"Per i professori, l’occasione di far entrare in classe la tecnologia. Che non deve sostituirsi all’uomo, ma aiutarlo, diventare un complemento della lezione tradizionale. Il digitale aumenta i colori sulla tavolozza educativa, nessuno ne abbia paura".
I ragazzi, il digitale lo maneggiano dalla nascita.
"Per loro l’opportunità sta nel lockdown. Stare forzatamente a casa è un’esperienza che auguro di non vivere più. Ma dal momento che c’è, la sfruttino per proteggere la salute e considerare il tempo che hanno davanti. Immaginando e costruendo un pezzo del proprio futuro".
Insomma, c’è del buono anche nel covid.
"Certo. E voglio dire che la scuola non è fatta solo di congiuntivo. Ma di tanti altri linguaggi al passo coi tempi".
Ad esempio?
"Il video in cui un insegnante risolve un esercizio diventa subito patrimonio di tutti, cancella i dubbi di aver preso male gli appunti, permette agli assenti di mettersi subito in pari. Cancella in un attimo i problemi che hanno fatto la storia della scuola tradizionale".
Scuola è anche gioco, scherzo, goliardia.
"I ragazzi sapranno sfruttare le lezioni a distanza con nuova creatività ed ironia, per strappare un sorriso in più".
A proposito, quanti prof ti scrivono per aver indotto i giovanissimi a imparare il congiuntivo?
"Ogni giorno mi qualcuno mi ringrazia di aver reso i ragazzi più sensibili verso la lingua italiana. E studenti mi raccontano la gioia di un sette e mezzo sulle leggi di Keplero. Soddisfazioni, crediatemi, che valgono più di un disco d’oro".
Non sono solo canzonette, per smentire Bennato.
"E’ l’altra faccia bella del mio lavoro, che è per prima cosa il mio divertimento. La canzone realizzata con Jacopo Melio su disabilità e barriere, è servita un poco a cambiare la percezione generale del problema. Merito anzitutto di Jacopo e del suo talento comunicativo".
Da bravo studente, passavi i compiti ai compagni?
"Cercavo di essere solidale e generoso. Ed ero molto curioso".
La didattica a distanza ispirerà la tua prossima canzone?
"E’ presto, ne ho appena fatta una, con mio fratello. Auspicando una sorta di Big bang, generatore di una nuova scuola. Che formi buoni cittadini, in una società sempre più moderna".
Piero Ceccatelli