Un ricordo del Bobo di Sergio Staino

Il grande fumettista Sergio Staino, nato a Piancastagnaio sul monte Amiata, scandiccese di adozione, è morto pochi giorni fa a 81 anni. Il personaggio da lui creato, Bobo, è il tipo classico del tifoso ideologico che di fronte alle catastrofi storiche e politiche della sua ideologia non si arrende mai.

Bobo come avrete capito era un militante di base comunista, semplice e buono, che non si abbatteva mai di fronte agli errori e gli orrori del comunismo internazionale e sulle diverse inadeguatezze dei dirigenti italiani del movimento comunista.

La caratteristica di Bobo era quella di sorridere: un sorriso nostalgico, malinconico che lasciava supporre che il personaggio di Bobo rappresentasse quei milioni di elettori che avevano votato per un partito che riusciva a sbagliare quasi tutto. Se si vuole, la creazione di Staino è tutto sommato una figura tragica di chi perde la fiducia in tutto fuorché in se stesso. C’era un personaggio speculare a quello di Bobo tanti anni fa.

Non era un fumetto ma un personaggio della entourage di Renzo Arbore. Aveva il nome di battaglia di Catenacci ed era interpretato da Giorgio Bracardi. Chi era Catenacci? Fu principalmente un personaggio radiofonico: parlava con un accento romagnolo e diceva ‘Lui (Mussolini) sì che sapeva parlare. Non come quei politici di oggi, con quelle vocine stridule… Lui sì che parlava con una voce roboante che faceva scattare in piedi l’Italia…Lui parlava senza leggere….. non come quei politici di oggi che c’hanno gli occhialini e leggono quei fogliettini….’. Ermanno Catenacci il gerarca fascista inventato da Bracardi era speculare in un certo senso, dalla parte opposta della politica, al Bobo inventato da Staino.

La stessa ingenuità, la stessa ironia, come quando Catenacci diceva: "Duce tu che fai tutto fammi tornare la vista…". E questa è la storia, perché fascisti e comunisti sono stati storicamente le due facce diverse della stessa medaglia.