GABRIELE
Cronaca

Un magistrato ai summit per la sicurezza

Nell'articolo si evidenzia la mancanza di un rappresentante della magistratura nei comitati per la sicurezza a Firenze, sottolineando l'importanza di un approccio costante e preventivo per contrastare il crimine. Si sottolinea la necessità di coinvolgere la magistratura per garantire un efficace controllo del territorio e una giustizia più incisiva.

Canè

C’è una sedia vuota nei comitati per la sicurezza. Anzi, proprio non c’è. È quella che dovrebbe occupare un rappresentante della magistratura, ultimo, fondamentale anello della catena della legalità. Perché a Firenze si può e si deve fare il possibile, cioè (molto) più di ciò che è stato fatto fino ad ora, per non essere o diventare del tutto un far West. Dunque, niente azioni spettacolari una tantum che fanno titolo, ma poi, passato qualche giorno, lasciano le cose come prima. Dunque, meglio una intensificazione dei controlli, probabilmente più efficaci dei presidi fissi, che scoraggiano e prevengono in un raggio limitato. Anche la ruota panoramica è stata voluta per rivitalizzare le Cascine. Giusto. Ma dove finisce la luce, ricomincia il buio del crimine. Dunque, niente di stupefacente se un problema così grande scatena la polemica tra i partiti, perché il controllo del territorio non è solo un fatto tecnico, uomini, mezzi, ma prima e soprattutto una scelta politica. Che dipende, per le rispettive competenze, da chi governa: sia l’amministrazione locale, il Comune, sia le amministrazioni statali, Prefettura e Questura. Dunque, se qualcosa non funziona, anzi peggiora, è come nei divorzi: non è colpa di uno solo. Attribuirla a qualcuno come ha fatto il segretario Pd con il Questore, è sbagliato istituzionalmente, e controproducente nella pratica, perché è il modo migliore per blindare quella posizione. Dunque, ora dicono che si farà di più. Meglio prima (delle elezioni) che mai. Poi viene la magistratura. Che non sta al tavolo, ma decide delle sorti di quelli che le forze dell’ordine assicurano alla giustizia con rischio e sacrifici (spesso misconosciuti), salvo ritrovarseli in strada il giorno dopo. Troppo spesso. Per questo occorrerebbe un’altra sedia a quel tavolo. Perché alla catena arrugginita della sicurezza, non finisca per mancare l’anello forse più importante. L’ultimo.