Un Cpr in ogni regione. La Lega all’attacco: "Così si fa sicurezza". Ma Fossi ribadisce il no

L’accelerazione della premier sul Centro per i rimpatri e l’aumento della permanenza fino a 18 mesi. Nardella era stato tiepido. L’ipotesi del carcere di Pescia e i contatti con la prefettura . .

Un Cpr in ogni regione. La Lega all’attacco: "Così si fa sicurezza". Ma Fossi ribadisce il no

Un Cpr in ogni regione. La Lega all’attacco: "Così si fa sicurezza". Ma Fossi ribadisce il no

Il fuoco politico covava sotto la cenere da tempo e sul Centro migranti è ormai maturo lo scontro in Toscana con il governo. Dopo l’ascesa di Elly Schlein in maniera ancor più violenta.

Da una parte il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che già nei mesi scorsi aveva ricordato come l’emergenza, anche sul fronte sicurezza, imponesse un Centro di rimpatrio in ogni regione. Nelle scorse ore, dopo la visita a Lampedusa, è stata la premier Giorgia Meloni a ribadire la previsione di un Cpr e l’aumento del trattenimento dei migranti fino a 18 mesi, il massimo consentito dalla normativa europea. Oggi la questione sarà sul tavolo dei ministri.

E il gelo dei sindaci di centrosinistra si è fatto subito sentire. Il delegato per l’immigrazione dell’Anci, il sindaco di Prato Matteo Biffoni torna a ribadire che "il tema dei migranti non si risolve con i Centri per il rimpatrio". Ma la Lega spinge sull’acceleratore. "Quotidianamente le cronache giornalistiche riportano, parimenti, di atti delinquenziali compiuti, frequentemente, da immigrati irregolari e contemporaneamente, vari esponenti del Pd, si lamentano come la sicurezza nelle nostre città, stia diventando sempre più un problema ingestibile. Da tempo, come Lega, chiediamo che pure in Toscana ci sia un Cpr, ovvero una struttura in cui temporaneamente vengano ospitati quegli immigrati che non sono idonei a rimanere nel nostro Paese, ma i Dem, accampando teorie tra le più bislacche continuano ad opporsi fermamente", è la posizione di Elena Meini, capogruppo in Consiglio regionale della Lega sui Cpr.

"Il Ministro Salvini suggerisce che venga regolarmente previsto un Cpr in ogni regione – continua Meini -, il Pd toscano continuerà, come sembra, nella sua contrarietà, oppure alzerà bandiera bianca? Se esiste, come effettivamente c’è, un problema di criminalità diffusa nella regione, alimentata anche da persone che illegalmente soggiornano in Italia, allora la presenza di un Cpr può essere funzionale alla necessità di fronteggiare il dilagare della delinquenza portata da immigrati irregolari".

Il riferimento è agli attacchi ripetuti del sindaco Dario Nardella sull’emergenza sicurezza in città. A Piantedosi aveva chiesto, tra l’altro, 200 agenti e il presidio di ’Strade sicure’ anche a difesa di punti sensibili, come in passato: Duomo e soprattutto stazione di Santa Maria Novella. Ma sul no al Cpr Nardella è sempre stato tiepido. "Prendo atto che in Toscana non si vuole fare ma va trovato un altro sistema altrimenti si crea un cortocircuito i cui sono pagati dai cittadini".

Il segretario dem Emiliano Fossi è invece per il no ad ogni costo. "Sulla gestione dei migranti il governo è allo sbando. Come Pd della Toscana confermiamo un fermo no ai Cpr e a qualunque imposizione sui territori".

L’altolà arriva anche da Sinistra civica ecologista, forza di maggioranza in Regione che parla di "inutile e pericoloso lager".

A gennaio la prefettura aveva avviato contatti per realizzare il Cpr nell’ex carcere mandamentale di Veneri a Pescia. Dopo un’iniziale apertura del governo regionale anche Giani aveva fatto retromarcia. Pratica poi finita in un cassetto. E adesso?

Red.Cro.

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