
di Paolo Guidotti
E’ un fulmine a ciel sereno, l’improvvisa crisi della "Ledal bag" di Dicomano. Con 34 lavoratrici e lavoratori che hanno già ricevuto la lettera di licenziamento, e l’annuncio della chiusura dell’attività decisa dalla titolare. Perché il settore della moda e della pelletteria hanno ripreso a tirare, e forse non ha mai smesso, e anche alla "Ledal bag" non c’erano segnali di difficoltà: il lavoro c’era e c’erano gli ordinativi. E se nei giorni scorsi ai dipendenti – in maggior parte donne, meno di una decina gli uomini – erano state ventilate difficoltà, l’apertura della procedura di mobilità, col licenziamento collettivo di tutti i dipendenti, è stata invece improvvisa. Così, lavoratori, sindacati e amministrazioni pubbliche si sono trovate spiazzate.
"Dobbiamo capire cosa sia accaduto – dice Pina Angela De Vincenti, della Cgil -, ovvero quale sia l’origine di questa decisione dell’azienda, visto che il lavoro non mancava di certo, come non manca nel settore della moda che attualmente sta muovendo grossi volumi".
L’azienda, che alle spalle ha una storia, talvolta travagliata, di passaggi societari e anche di difficoltà gestionali, ultimamente si era messa a fare la sub-fornitrice di Gucci. Meglio si capirà martedì, quando in Regione Toscana si terrà il tavolo di crisi, la cui convocazione è stata subito richiesta dal sindacato e dal sindaco di Dicomano Stefano Passiatore, ovviamente molto preoccupato dell’improvvisa crisi occupazionale. Anche perché non sono molte le aziende che a Dicomano occupano diverse decine di persone, e con maestranze in gran parte del posto.
"Cercheremo di fare tutto il possibile – dichiara Passiatore – per mantenere l’occupazione sul territorio. E per questo abbiamo chiesto immediatamente la convocazione del tavolo di crisi, al quale parteciperà anche Valerio Fabiani, consigliere del presidente regionale Giani per le crisi aziendali. Così martedì sapremo come muoverci nel prossimo futuro, in termini di ammortizzatori sociali, cercando di capire se c’è modo di recuperare l’azienda o se è opportuno percorrere altre strade. Chiaramente l’interesse primario è che i lavoratori ritrovino un’occupazione, facendo il possibile perché il lavoro resti qui. La maggior parte dei dipendenti è dicomanese, vanno a piedi a lavoro, e vorremmo evitare che altre soluzioni comportino difficoltà logistiche che per alcuni potrebbero risultare molto complicate".
"Anche per noi – aggiunge – come per i lavoratori, è stata una decisione inattesa visto che il lavoro l’azienda ce l’ha e quindi le potenzialità ci sono. Faremo davvvero il possibile perché l’occupazione rimanga nel Comune". Il sindacato si prepara all’incontro di martedì e concorda con l’obiettivo indicato da Passiatore di tutelare i lavoratori e l’occupazione a Dicomano. "Le istituzioni – conferma la sindacalista della Cgil – si sono messe subito a completa disposizione".