Turismo, la ricetta di Hollberg. La direttrice al “Guardian“: "Il mordi e fuggi ci toglie identità"

La responsabile del museo del David interviene sul quotidiano per raccontare le sue battaglie "Il problema è che molti visitatori sono solo interessati ai selfie e a mostrare di esser stati a Firenze" .

"La grande sfida del futuro? Mantenere la dignità della città e tutelare le esigenze di chi a Firenze vive stabilmente". In un’intervista rilasciata alla versione online del britannico Guardian, Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia, torna a parlare di overtourism e in particolare del cosiddetto “mordi e fuggi“ che sta mettendo in seria crisi "la sostenibilità" e che sta facendo perdere al capoluogo"la sua identità". Ma quello della stoprica dell’arte non è semplicemente un j’accuse, perché la direttrice sostiene che un’altra via è possibile. E a suffragare la sua tesi porta ad esempio la gestione del museod el David da quando ne è responsabile, ovvero dal 2015.

"Il turismo è una fonte di reddito essenziale e non sono contraria ai turisti. Il problema è che molti visitatori sono impegnati in una rapida missione di entrata e uscita per scattare selfie davanti ad alcune delle principali attrazioni (il David di Michelangelo, la Primavera di Botticelli, Piazza della Signoria) per mostrare a casa che sono stati a Firenze, mentre in sostanza calpestano la città senza dare alcun contributo", la dichiarazione al Guardian nella quale Hollberg sottolinea come la grande massa di turisti stia snaturando Firenze e impattando sulla vita dei 366mila fiorentini, soprattutto quelli del centro. "Per anni ho lottato per ottenere il diritto d’autore per proteggere la dignità del David di Michelangelo dallo sfruttamento commerciale e ho ottenuto alcuni importanti successi – scrive – ma i problemi che ho riscontrato sia in Galleria che in città mi hanno anche dato l’opportunità di esplorare possibili soluzioni all’eccesso di turismo, considerando l’ovvio, ovvero che non possiamo ampliare lo spazio".

Nel masterplan fatto all’inizio del suo incarico "siamo partiti dal rapporto del museo con gli abitanti della città, molti dei quali si erano allontanati da esso, percependolo come uno spazio solo per i turisti. Per restituire il museo alla città, abbiamo iniziato a coinvolgere i residenti nella sua vita quotidiana, lanciando eventi per tutti accessibili gratuitamente. L’ingresso al museo è gratuito anche ogni prima domenica del mese. Ho fondato un’associazione di amici per ricollegare il museo alle persone di tutto il mondo. Ci siamo occupati di questioni come la qualità dell’esperienza di visita e l’orientamento, oltre che della distribuzione stagionale".

A.P.

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