PIETRO MECAROZZI
Cronaca

Truffa al boss del basket. Finta principessa araba condannata a tre anni: "Sottratti 150mila euro"

La donna di Campi Bisenzio si è finta figlia di un sovrano saudita. Tra regali e donazioni, l’ex dirigente Ferdinando Minucci le ha pagato i diritti d’autore per fare della sua storia un libro

Un'aula di tribunale

Firenze, 18 giugno 2024 – Dura batosta per la finta principessa saudita che tra il 2020 e 2021 truffò Ferdinando Minucci, imprenditore ed ex dirigente sportivo, in passato general manager e presidente della Mens Sana Basket (prima del fallimento della società e della sua condanna a margine dell’inchiesta “Time out”). Una conoscenza nata tra le mura di un centro olistico di Colle di Val d’Elsa, divenuta con il tempo un’amicizia profonda e successivamente un legame sentimentale. Un’escalation che ha spinto Minucci – difeso dagli avvocati Michele Passione e Sara Palandri – a fidarsi della donna, la 57enne di Campi Bisenzio Silvia Lombardi, in arte Amira Fabiani Al Saud, capace nei due anni di frequentazione di “circuire” l’ex imprenditore, sottraendogli circa 150mila euro.

Pochi giorni fa, il giudice Francesco Coletta ha condannato la finta principessa a tre anni di reclusione e 300 euro di multa. Ma non solo: è stata condannata al risarcimento delle parte civili per un totale di circa 200mila euro. Pena severa che prende in considerazione anche i precedenti della donna: dalle indagini della Guardia di Finanza di Firenze è emerso infatti che "Lombardi era nota alle forze dell’ordine perché già condannata nel 2017 per dei raggiri in campo finanziario ai danni di alcune banche".

Strategia diversa quella adottata dalla donna con Minucci. Nelle mail tra i due si parla di denaro donato per sostenere visite mediche e spese legali, ma anche usato per regali, e soprattutto per l’acquisto dei diritti d’autore della sua storia per farci un libro. La Lombardi si sarebbe spacciata per una figlia di un principe – con parentele con la famiglia reale – fuggita dall’Arabia Saudita per sottrarsi alle angherie del padre e dei fratelli.

In Italia Amira Fabiani Al Saud sarebbe stata accolta dalla cugina, ovvero Silvia Lombardi, che tuttavia viveva in condizioni di salute precaria e scarsità economica. Minucci, non sapendo che Amira e Silvia sono in realtà la stessa persona, si è fidato della donna, che, per giustificare la continua richiesta di soldi avrebbe lamentato delle spese mediche da sostenere e delle spese legali per il processo contro i fratelli in Arabia.

Poi c’è il libro: una sorta di diario dove riversare i dolori e le conquiste di una giovane donna cresciuta nel mondo islamico. Minucci, interessato a portare su carta il racconto, pagò profumatamente i diritti d’autore. Poi nel 2021 qualcosa si rompe. L’ex numero uno di Mens Sana Basket scopre l’inganno e denuncia tutto, dall’inizio alla fine, di una storia che – Amira premettendo – assomiglia davvero alla trama di un libro.