"Chi ha avuto trombosi non ha rischi in più"

I chiarimenti della scienziata Marcucci che ha partecipato alla revisione del vaccino di AstraZeneca, convocata dalla commissione dell’Ema

Rossella Marcucci è professore associato di Malattie cardiovascolari all’Università

Rossella Marcucci è professore associato di Malattie cardiovascolari all’Università

Firenze, 11 aprile 2021 - «Ormai da settimane siamo presi d’assalto, riceviamo centinaia di telefonate e mail di pazienti impauriti dal vaccino di AstraZeneca alla ricerca di indicazioni, rassicurazioni o vie di fuga". Rossella Marcucci è professore associato di Medicina interna all’Università di Firenze, dirige, a Careggi, il centro di riferimento regionale per la Trombosi (Sod di Malattie aterotrombotiche) e fa parte del gruppo di Scienziate per la società (www.scienziateperlasocieta.com). La prof è una dei tre esperti italiani che la commissione di farmacovigilanza dell’Ema ha convocato per la revisione dei casi di trombosi emersi dopo la vaccinazione con Astrazeneca, dalla quale poi è scaturita la decisione di Aifa di raccomandare il farmaco nelle persone sopra i sessant’anni.  

Che cos’è emerso dalla revisione? "Sono stati evidenziati casi molto rari di trombosi in sedi atipiche, come seni venosi cerebrali e addominali, associati a una riduzione del numero di piastrine nel sangue, la maggioranza si è verificata in donne al di sotto dei sessant’anni, entro due settimane dalla prima dose di vaccino".  

Avete capito perché succede? "L’ipotesi più plausibile è che il vaccino induca una risposta immunitaria simile a quella che si verifica in un’altra condizione altrettanto rara che è determinata dalla riduzione del numero di piastrine in soggetti che abbiano assunto eparina".  

Quale componente del vaccin o ne è la causa? "Questo è ancora motivo di studio".  

Cosa dobbiamo dire con trasparenza alle persone che devono vaccinarsi? "E’ importante sottolineare che le persone sopra i sessant’anni che hanno avuto episodi precedenti di trombosi venosa o arteriosa, in cura o meno con terapia anticoagulante, non hanno un rischio maggiore né che si verifichino queste complicanze né che si ripeta un evento trombotico".  

Quindi non ci sono maggiori rischi per chi ha avuto precedentemente trombosi né per chi soffre di alterazioni del fattore di coagulazione? "No, assolutamente. Anche tutte quelle persone con alterazioni genetiche del fattore di coagulazione del sangue, come i portatori di Fattore V di Leiden (il 5% della popolazione), oppure che hanno familiarità per trombosi non hanno maggiori rischi. E lo stesso vale per le donne che usano contraccettivi orali: nella revisione non è emersa nessuna associazione".  

Chi ha avuto trombosi in passato non deve avere timori? "Anzi, a maggior ragione deve vaccinarsi perché sappiamo che il Covid scatena eventi trombotici".  

Il consiglio per chi deve fare la seconda dose? "Non ci sono elementi di allarme né che inducano a pensare una frequenza maggiore alla seconda somministrazione".  

Si devono assumere farmaci o fare esami particolari prima della vaccinazione? "No. Non si devono prendere né aspirina né eparina. E neppure fare ricerche nel sangue di trombofilia".  

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