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Firenze, 10 settembre 2015 - Una notte speciale per l'arte fiorentina quella tra giovedì 10 e venerdì 11 settembre. La notte del trasferimento della porta nord del Battistero dall'Opificio delle Pietre Dure, dove è stata restaurata, al Museo dell'Opera del Duomo. Un trasporto delicato ed eccezionale per un trasferimento che finalmente fornisce la nuova e definitiva casa alla porta. L'operazione è stata interamente finanziata con fondi privati messi a disposizione dalla stessa Opera di Santa Maria del Fiore e della Guild of the Dome Association, di cui fanno parte imprenditori di tutto il mondo. La porta ha lasciato intorno alle 22 l'Opificio delle Pietre Dure. Poi, su un camion, è stata trasferita verso il museo con tutte le cautele del caso. Molti curiosi hanno seguito l'operazione.
Simbolo dell’inizio del Rinascimento, la Porta Nord è la seconda in ordine di tempo, dopo quella di Andrea Pisano (1330 - 1336), e antecedente alla Porta del Paradiso (1426 – 1452), fu affidata a Lorenzo Ghiberti dopo aver vinto il celebre concorso indetto, nel 1401, dall’Arte di Calimala da cui uscì perdente Filippo Brunelleschi. Ghiberti vi lavorò dal 1402 al 1424, aiutato dal padre e orafo Bartoluccio, e da una serie di aiutanti, tra cui il giovane Donatello. La Porta che rappresenta le storie del Nuovo Testamento, riprende fedelmente lo schema di quella di Andrea Pisano con 28 formelle istoriate a cornice mistilinea (quadrilobo), disposte in sette file di quattro, 14 per ogni anta.