Erika Pontini
Ma come si giustifica a un popolo di lavoratori o studenti che il trasporto pubblico è in tilt? Se sei un pendolare del Valdarno o del Mugello, il cartellino da timbrare resta appeso alle bizze tecniche di colossi senza volto che parano, dinanzi ai propri disservizi, addetti spogliati di qualsiasi potere, se non (a volte manco quello) incassare il disagio che si trasforma in ira. Treni e autobus restano accomunati dalla stessa malasorte (ma sarà sorte?). Corse cancellate, biglietti introvabili. Poi arrivano le giustificazioni. Ma intanto spostarsi è un’odissea. Due annotazioni: nell’era del green usare i mezzi pubblici sarebbe auspicabile (se funzionassero) e aiuterebbe a non desertificare le aree interne.
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