Una commedia ’gialla’ senza tempo, di straordinaria efficacia scenica e con un protagonsita eccezionale: Lodo Guenzi. Dal 5 al 10 dicembre (martedì, mercoledì, venerdì e sabato ore 21; giovedì ore 1 e domenica ore 16) va in scena "Trappola per topi" di Agatha Christie, con la traduzione e adattamento di Edoardo Erba e la regia di Giorgio Gallione. Prima radiodramma, presto trasformata in commedia poliziesca, la pièce è rappresentata a Londra, tutti i giorni, ininterrottamente, dal 1952, anno del suo debutto. "In Inghilterra questo lavoro di Christie è un equivalente di quello che per noi rappresenta, per esempio, ’Pinocchio’: è inciso a ferro e fuoco nella cultura popolare. Quindi, la verità è che mi sono approcciato in maniera molto vergine a questo giallo della famosa scrittrice inglese, cercando di non vivere lo spavento del ‘macigno del classico’ da interpretare" racconta il leader dello Stato Sociale che in scena interpreta il sergente Trotter, colui che porta avanti l’indagine. Perché c’è un assassino in giro. "al di là delle considerazioni sul thriller e sulla condizone economica dell’Inghilterra del Secondo dopoguerra, leggo nel testo una forte componente interente alle maschere sociali che hanno finito per imprigionare coloro che le indossano" sostiene Guenzi. I protagonisti della storia "sono dei personaggi che hanno subito traumi, intrappolati dalle aspettative che la realtà esterna ha su di loro. La maschera che indossano è esasperata, un aspetto che ha molto a che fare con la nostra epoca" precisa l’artista bolognese. Secondo Guenzi "ognuno di noi si porta dietro dei traumi che, anziché essere celati da una facciata accettabile e vincente, come avveniva nell’Inghilterra di Agatha Christie, vengono indossati e rivendicati. Da bambini tutti abbiamo subito delle ferite emotive, piccole o grandi: è qualcosa di inevitabile, ed ecco perché possiamo diventare dei potenziali assassini, dei colpevoli o conniventi del male. Solo in un paradiso ideale si cresce senza drammi, che tentiamo di superare, a volte riuscendoci e a volte no. Possiamo essere anche delle persone orribili: questa è la cosa veramente attuale della scrittura di Christie, soprattutto in una società in cui oggi, per una forma di pulizia della coscienza molto commerciale, si decide di separare in maniera netta i colpevoli dalle vittime".
Barbara Berti