"Una volta che diventi ministro e giuri sulla Costituzione di operare nell’interesse esclusivo della nazione se tu non pensi di candidarti sei molto più libero nelle decisioni. Questa libertà ho avuto la possibilità di esprimerla in venti mesi al Governo con il premier Draghi quando abbiamo allocato 104 miliardi di euro. E in base a quali scelte? Guardando ai dati e al bene del Paese senza preoccuparti di creare una leggittima base elettorale". Lo ha detto l’ex ministro alle Infrastrutture e alla sostenibilità Enrico Giovannini, presentando al Libraccio il suo ultimo lavoro: "I ministri tecnici non esistono", edito da Laterza.
Un lavoro che racconta la sua esperienza nei due governi Letta e Draghi e che Giovannini ha deciso di scrivere dopo la domanda che una studentessa gli rivolse: "Cosa fa un ministro?".
La presentazione del volume è stata l’occasione per un dialogo a tre con il sindaco Dario Nardella e il governatore Eugenio Giani proprio sui temi attualissimi della difficile commistione tra scelte politiche e competenze tecniche e sulla visione a monte del Pnrr messo a terra proprio dal governo Draghi che a Firenze ha inciso soprattutto sul fronte stadio Franchi.
"Non è che sei un tecnico sei per forza bravo e se sei un politico sei scarso – ha detto il sindaco Nardella –. Se sei intelligente e lungimirante puoi fare scelte giuste. La distinzione tra tecnico e politico è più teorica che concreta e penso che la politica abbia bisogno di competenze e gli amministratori di vivere per la politica e non di politica.
"Uno non vale uno, non basta scrivere su Facebook", l’amara considerazione del sindaco secondo cui "ci sono stati ministri che non sapevano nemmeno quali sono le gallerie che attraversano le nostre Alpi".
"Piuttosto il rapporto tra competenza e politica è completamente saltato a causa di una narrazione populista e demagogica".
Del suo rapporto con l’allora ministro Giovannini ha parlato Giani ricordando, tra i tanti, il tema dell’Alta velocità, centrale per Firenze e la Toscana.
Quanto al tema del volume secondo Giani, che ha citato le decisioni del governo sulla Tirrenica "serve la capacità della politica di darsi un metodo e la considerazione della competenza, del merito e della neutralità nello scegliere i tecnici vanno a rivestire le cariche di direttori generali. E nell’equilibrio tra questi due ruoli si può trovare la strada per rendere più efficace
l’azione della politica e dell’amministrazione in Italia".
R.F.
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