
Una siringa (foto di repertorio NewPress)
Firenze, 15 luglio 2014 - "Due morti a Firenze per overdose di eroina nel giro di tre giorni - si legge in una nota dell'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) -: un uomo di 43 anni è stato trovato in casa dalla moglie l'11 luglio e, il 13 luglio, un altro di 23 anni da un amico che lo ospitava. E' stata inutile per entrambi la corsa in ospedale, mentre tra le ipotesi degli investigatori anche quella di una partita di droga troppo pura. Un “déjà-vu” che, con molta probabilità, rivedremo anche in prossimi periodi".
L'associazione dei consumatori rivolgendosi al Comune di Firenze esprime la sua preoccupazione: "Nel frattempo? Niente! Si può solo sperare che i regolamenti del mercato clandestino, illegale e criminale - l'unico mercato oggi esistente - siano magnanimi e non inseriscano in questo mercato prodotti sempre più puri e, teoricamente, letali. I due tossicodipendenti morti sono, a nostro avviso, due malati che come tali andrebbero trattati. Ma, nonostante i servizi sanitari in merito a Firenze - e non solo - ci sono, queste due persone che sono morte".
Preoccupazione e necessità di prendere provvedimenti: "Un incidente o un servizio sanitario insufficiente? Non lo sappiamo, ma sta di fatto che queste due persone malate sono morte perché non hanno fatto riferimento alle strutture sanitarie pubbliche esistenti, ma hanno cercato un rimedio alla loro malattia andando a cercarsi altrove il proprio “farmaco”. Cosa dobbiamo fare di fronte a questa realtà? Allo stato dei fatti possiamo solo sperare che l'autorità di polizia individui i trafficanti di morte che hanno immesso nel mercato questa eroina più potente, e riporre altrettanta speranza che questo possa servire a qualche cosa.... cioè, aspettiamo le prossime vittime, perché i trafficanti di morte non si faranno certo intimidire da qualche ipotetico arresto, così come i malati non si prenderanno paura per ciò che è capitato ad altri come loro".
La nota termina con un appello rivolto proprio al Comune di Firenze: "Non si tratta di sostituire la normativa comunale con quella nazionale (che, al momento, non c'è), ma di prendere un'iniziativa, forzando un po' le norme attuali, così come sta facendo il Comune di Parigi, come ha fatto il Comune di Madrid, quello di Zurigo, di Liverpool e diversi Comuni tedeschi e canadesi: stiamo parlando delle cosiddette narcosale, cioè presidi sanitari sotto il controllo del SSN dove, chi vuole iniettarsi il proprio veleno lo può fare, in un ambiente sanitariamente protetto e sorvegliato e dopo aver fatto analizzare la sostanza a degli esperti presenti nella stessa narcosala, esperti che, ovviamente, non hanno niente a che fare con chi ha venduto la droga al malato. Un rimedio che automaticamente salverà alcuni di questi malati? Non lo sappiamo, ma sicuramente è una opportunità a cui non dovremmo rinunciare. Un gesto di civiltà sanitaria, giuridica e umana per avvicinare il servizio sanitario a chi ne ha più bisogno. Aspettiamo fiduciosi una reazione da parte delle nostre autorità sanitarie comunali".