
Giovanni
Morandi
Dal selfie con l’ospite di turno in visita agli Uffizi alla foto manifesto dei contestatori che si incollano le mani alla Primavera del Botticelli per combattere i combustibili fossili. Il passo è breve. O se vogliamo non è così lungo come potrebbe sembrare, anche se da un lato ci sono delle star più o meno riconosciute e dall’altro giovanotti che non hanno ben compreso il significato di legalità. Verso i quali comunque la reazione è stata così blanda da averli definiti ragazzi, nemmeno ragazzacci, non vandali. E a ben guardare si legge in questi toni soft una tolleranza che sconfina nella rassegnazione o nell’assuefazione a comportamenti disinvolti o minacciosi che rappresentano un reale pericolo per opere d’arte di inestimabile valore, che evidentemente non si ritiene siano minacciate. Come se fosse normale che ci siano persone, giovani o no poco conta, che vanno in giro per musei ad imbrattare i vetri di protezione delle opere esposte. Come se fosse al di sopra della soglia di pericolo affidarsi a queste persone e al loro senso del limite, come se la loro fosse una causa così buona da giustificarli. Come se non fosse abbastanza pensare che questo eccesso di tolleranza può moltiplicare gli imitatori e portare la situazione fuori controllo. Insomma agli Uffizi si va per vedere le opere d’arte non per fare i crociati dell’ecologia. Non è uno scopo che ci è consentito perché confligge con la funzione primaria che è quella di tutelare il patrimonio custodito e di conservarlo. Ogni cedimento da questi compito metterebbe in pericolo le opere esposte. Perciò non ci dobbiamo abituare a coloro che rompono le regole, non dobbiamo smettere di scandalizzarci, non dobbiamo recedere dalla tolleranza zero verso questi episodi. Per non parlare dell’atto vandalico di alcuni giorni fa, che è già stato dimenticato. La ballerina, ovvero il bronzo del maestro Antonio Manzi collocato in via Masaccio a Campi Bisenzio. I vandali o i ladri , poco conta chi, hanno spezzato il braccio alla elegante figura e colpito un piede, nel tentativo forse di rubare l’opera. Un gesto gravissimo, sfrontato, avvenuto in un luogo aperto, alla vista di tutti. Un danno irreparabile di un’opera moderna, assai bella e di grande delicatezza. Una perdita per tutta la comunità di Campi. Un affronto che deve indignare e non può finire nell’indifferenza.