
"La sequenza sismica registrata finora a Marradi sembrerebbe riferibile a una fase discendente, ma non lo si può affermare con certezza": lo sottolinea Luigi Paoli, geologo mugellano che ben conosce i substrati della terra del Mugello e delle sue montagne. Così il geologo non può tranquillizzare… "Nessuno – risponde Paoli – può tranquillizzare –. Non sempre le sequenze rispettano la stessa logica. Ci sono studi che sulla base di analisi statistiche tentano di valutare se la scossa di magnitudo principale di una sequenza possa essere seguita da altre di magnitudo superiore. Questi studi non vanno bene per tutti i casi e inoltre non è un metodo di immediata applicabilità, l’incertezza rimane".
Unica cosa certa è che l’evento sismico di Marradi non è una sorpresa: "Non lo è – spiega Paoli – perché Marradi e tutta la catena appenninica sono zona sismica, Marradi ha una storia sismica importante, con numerosi episodi dal 1600 in poi. Ci sono tutte le condizioni geologiche per eventi sismici: la catena è in evoluzione, e il contesto è sismicamente attivo". Anche l’attività in corso è dunque normale. "E’ normale che dopo una scossa di magnitudo relativamente importante, vi sia tutta una serie di eventi di magnitudo minore. Questo in particolare per terremoti originati da faglie normali, legate cioè all’estensione, faglie distensive che agiscono secondo la gravità. Questo evento di Marradi è legato a faglie riferibili all’estensione appenninica, alla distensione dell’area tirrenica, ed è simile all’evento di Barberino del 2019, si tratta di faglie di tipo diretto. In questi casi la sequenza, favorita dalla gravità, è generalmente più lunga rispetto a un evento di tipo compressivo, legato cioè a faglie inverse". Ma Barberino di Mugello, quattro anni fa, pur con una scossa di magnitudo minore, si ebbero danni più evidenti, centinaia di sfollati, edifici fortemente lesionati, pur in un’area comunque ristretta. Anche questo ha una spiegazione, precisa: "Dipende dalla costituzione del sottosuolo dei siti. A Barberino si sono verificati molti fenomeni di amplificazione locale, legati agli spessori dei terreni di copertura sul substrato roccioso. Gli effetti più pericolosi si hanno quando gli spessori della copertura sono di alcune decine di metri, mentre a Marradi questi spessori sono estremamente ridotti, in genere di qualche metro. O addirittura in condizioni di roccia affiorante. Per questo motivo sono importanti gli studi di microzonazione sismica e le indagini di supporto alla progettazione di opere".
Il geologo mugellano conclude con una constatazione preoccupata: "Manca, anche in Mugello, una cultura antisismica. Si pensi agli interventi finanziati con bonus pubblici, come il 110%. Si è privilegiato il miglioramento energetico anche su strutture che non erano sismicamente adeguate, che appare un controsenso".
Intanto, a Marradi non pochi hanno ancora timore a dormire sotto il tetto della propria abitazione, e anche ieri sera tende e palestra hanno ospitato alcune decine di persone. Ieri le brandine delle tende marradesi sono state messe a disposizione anche degli abitanti di San Martino in Gattara, frazione di Brisighella. Non pochi si erano lamentati nel comune romagnolo, per non aver allestito centri per l’accoglienza notturna come invece ha fatto Marradi. E ieri è venuta la capogruppo dell’opposizione ad esprimere questa esigenza e a chiedere di ospitare gli abitanti di San Martino. Confermata la chiusura, fino a lunedì delle scuole, sono oltre cinquanta i bambini che frequentano la ludoteca straordinaria organizzata per loro fino ad oggi. Con la speranza che poi le attività possano tornare quelle consuete.
Intanto si registrano nuove inagibilità, per un totale di 15 edifici dove non si può entrare. Ed è inagibile anche un circolo ricreativo di frazione, quello di Sant’Adriano. Il sindaco Tommaso Triberti fissa un termine, incrociando le dita, per i dormitori di emergenza: "Sabato dovrebbe essere l’ultima notte. Poi domenica decideremo se smontare tutto o continuare l’accoglienza notturna, in base ai bisogni della popolazione". E sottolinea un altro aspetto: "L’apporto dei volontari marradesi è sempre più prezioso. Ma voglio ringraziare anche i numerosi volontari arrivati dalle associazioni di altri comuni della città metropolitana, che stanno dando un importante contributo".
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