Teatri, al via il piano dei tagli. Compensi ridotti e accorpamenti. Ma la cassa è scongiurata

La riunione del Cda e dei soci della Fondazione in vista dell’approvazione del bilancio. Giani: "Basta chiedere denaro al pubblico, presidente e direttore trovassero finanziatori".

Teatri, al via il piano dei tagli. Compensi ridotti e accorpamenti. Ma la cassa è scongiurata
Teatri, al via il piano dei tagli. Compensi ridotti e accorpamenti. Ma la cassa è scongiurata

di Antonio Passanese

FIRENZE

Sfuma, per ora, la possibilità che i 52 contratti a tempo indeterminato e i 30 stagionali del Teatro della Toscana (del quale fanno parte Pergola, Rifredi, Era di Pontedera, la scuola per attori e quella di recitazione Orazio Costa) possano essere messi in cassa integrazione. Ma i sette soci dell’ente culturale si aspettano dal presidente Tommaso Sacchi e dal direttore generale Marco Giorgetti una sterzata che riesca a salvare la Fondazione dal baratro e dal crac. In che modo? Innanzitutto riducendo drasticamente i compensi dei consulenti (anche se in futuro non è escluso che possa essere tagliato anche il personale), poi trovando nuovi finanziatori e soci e infine portando più gente agli spettacoli. Perché con l’attuale bigliettazione – che fa guadagnare tra i 2,2 e i 2,5 milioni di euro l’anno "non si va da nessuna parte. La Fondazione è una macchina che macina circa 12 milioni e se non si corre ai ripari attraverso un piano non so come si poss affrontare il futuro – spiega il governatore Eugenio Giani che con la Regione è il primo finanziatore della Fondazione – Io credo che si debba pensare anche a spettacoli di successo e ad attività di promozione facendo convenzioni con associazioni e cooperative". Il presidente parla anche di una razionalizzazione degli spazi, cosa di cui si è parlato durante l’assemblea dei soci. Questo significa che, ad esempio, le due scuole dirette da Pierfrancesco Favino (quella di recitazione e quella per attori) possano fondersi e lasciare l’Oltrarno, così da risparmiare sull’affitto, per trasferirsi alla Pergola.

Su una cosa i soci hanno trovato larghissima intesa: non ci sarà alcun aumento di capitale, nessuna nuova iniezioni di liquidi, come invece si aspettava il Consiglio di amministrazione. "Presidente e direttore devono impegnarsi a trovare i fondi – aggiunge Giani – Ci sono associazioni culturali a cui la Regione da 20mila, 30mila o 50mila euro che organizzano spettacoli di successo. Bisogna uscire dalla logica che quando mancano i soldi sia il pubblico a doversene fare carico e a pagare. Pantalone si è stancato". In ogni caso, il bilancio – che andrà approvato entro il 30 novembre, non sarebbe così disastroso. "I problemi per fortuna non sono quelli del Maggio. La Fondazione chiuderà con 1,5 milioni di perdite che però saranno compensate da un fondo di riserva".

Sulla stessa lunghezza d’onda del governatore, anche il direttore generale della Fondazione Cr Firenze (il quarto socio, per importanza, nell’erogazioone dei fondi; il secondo è Palazzo Vecchio e il terzo la Città metropolitana), Gabriele Gori che già aveva anticipato proprio a La Nazione un taglio del 15% dei finanziamenti. "Sottoscrivo il pensiero di Giani e ho fiducia che il direttore Giorgetti saprà trovare il modo di mettere a posto i conti senza impattare sul personale. Che non deve pagare gli errori fatti da altri. Di sicuro ci deve essere un contenimento delle spese e al contempo bisogna ’stimolare’ le entrate". Nella riunione di ieri, Cda e soci hanno indicato tra il 19 e il 27 ottobre prossimi la finestra temporale in cui procedere all’annuncio dei cartelloni 20232024 del Teatro di Rifredi di Firenze e del Teatro Era di Pontedera. Mentre entro il 30 il direttore dovrà presentare il progetto di bilancio preventivo.

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