Tav, quel quartiere nella polvere. L’Arpat: ‘Violazioni e irregolarità’

Viale Corsica, rilievi positivi e denuncia in Procura: «Superata anche la soglia di pm10»

Cantiere Tav del viale Corsica e via Zeffirini (foto Marco Mori/New Press Photo)

Cantiere Tav del viale Corsica e via Zeffirini (foto Marco Mori/New Press Photo)

Firenze, 15 aprile 2015 - Tav, polvere dal cementificio della Foster: secondo Arpat le ditte non bagnavano correttamente l’area di cantiere. «L’impianto di bagnatura dell’area di stoccaggio non ha garantito la continua umidità» oppure «non è entrato in funzione secondo la periodicità indicata in autorizzazione» e poi «superfici, piazzali e viabilità, per non adeguata pulizia, presentavano un consistente strato di materia prima dispersa». Poi il rilievo più pesante: «lo stato generale del cantiere può aver contribuito a episodi di superamento delle soglie di attenzione per le Pm 10». Sono alcuni passaggi del rapporto redatto dai tecnici Arpat dopo il sopralluogo del 13 marzo scorso nel cementificio di viale Corsica, la spianata allestita nel 2011, dove la ditta Colabenton macina il calcestruzzo per costruire i muri di contenimento della Foster di viale Belfiore. Centocinquanta i metri in linea d’aria che separano il cantiere dalle palazzine di viale Corsica.

L’esposto all’Arpat è partito proprio da una di queste a dicembre 2014. A far scattare l’allarme, come riportato a marzo da La Nazione, la polvere grigia e granulosa proveniente dall’area di lavoro fin dentro le abitazioni del condominio al civico 25. Dopo la segnalazione sono partite le indagini dei tecnici Arpat che un mese fa sono entrati nel cantiere affidato al general contractor Nodavia. Le violazioni riguardano l’impianto di betonaggio e il mancato rispetto delle prescrizioni sulle emissioni di sostanze inquinanti contenute nell’Aua (l’autorizzazione unica ambientale) rilasciata dalla Provincia ad agosto 2014. Secondo Arpat le ditte non avrebbero bagnato regolarmente l’area di cantiere e la viabilità interna riservata ai mezzi, per evitare la dispersione di polveri. Al loro ingresso nell’area di stoccaggio i tecnici hanno trovato asciutte anche le tramogge per il trasporto del calcestruzzo. Il risultato: polvere nell’aria e «un consistente – si legge – strato di materia prima dispersa».

Polvere anche lungo via Circondaria, fuori dall’area di cantiere nel tratto fra l’ex centrale del latte e gli ex macelli. «Durante il sopralluogo – prosegue la nota – è stato rilevato, in relazione alle aree a gestione diretta di Nodavia, che il tratto di attraversamento di via Circondaria fra le aree di cantiere non è mantenuto pulito mediante l’uso puntuale del lavaruote e della spazzolatrice». Il rapporto Arpat è stato consegnato ne giorni scorsi a Palazzo Vecchio, Asl e all’Osservatorio Ambientale sulla Tav. Le carte ora potrebbero finire anche in Procura mentre le ditte per il momento rischiano una sanzione amministrativa. Per i residenti di viale Corsica è ancora presto per cantare vittoria.

 

 

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