La definiscono " strada dimenticata". E non ha neppure un cartello che la indichi, perché è stato rubato. La storia di via di Naldino è davvero particolare. L’antico tracciato che dalla fattoria della Torre Rossa a San Gersolé si ricollega dopo 600 metri a via di Ponte a Iozzi, discende attraverso i campi. Classificata come strada comunale, è percorribile solo nella parte iniziale del suo tragitto; il tratto intermedio nel tempo è stato invaso da rovi e arbusti, rendendolo impraticabile. La parte finale di innesto in via Ponte a Iozzi poi è addirittura ostruita da un grande cumulo di scarichi di materiali edili, terra e residui di vegetazione e ramaglie. E una strada non percorribile diventa facilmente una via dimenticata e inutile. Ma i Verdi per Impruneta, da sempre attenti al patrimonio delle strade minori del territorio, avevano a loro spese dotato via di Naldino di due cartelli "artistici" realizzati a mano in legno, sistemandoli alle due estremità del tracciato comunale per indicarne il nome. Il primo dalla parte di San Gersolè fu rimosso dopo poco e poi sostituito da uno ufficiale realizzato dal Comune. Quello rimasto sul lato di via Ponte a Iozzi è resistito fino a pochi giorni fa, per poi sparire misteriosamente. Era stato fissato sul muro del campo con arpioni di metallo, tutelato anche dall’edera che gli era cresciuta intorno e che aveva protetto il legno dalle intemperie. La sua immagine pubblicata nel libro "Cento anni di Pozzolatico (1905 – 2005") resta l’unica testimonianza di un cartello che non c’è più.
Manuela Plastina