Stop al manifesto Pro Vita. E riscoppia la tempesta

Cellai (FdI) e Stella (Forza Italia): "Negata libertà". Il Comune replica: "Applicata la legge"

Stop al manifesto Pro Vita. E riscoppia la tempesta

Stop al manifesto Pro Vita. E riscoppia la tempesta

"Nove biologi su dieci mi riconoscono come un essere umano. E tu?". È questo il testo della discordia di uno dei manifesti, raffiguranti un embrione, che il movimento ’Pro Vita e Famiglia’, da sempre contrario all’aborto ha chiesto di affiggere per le strade di Firenze. Ma alla richiesta è arrivato il niet del Comune scatenando la polemica. La denuncia arriva dal movimento stesso. "Chi ha paura di un bambino? Chi ha paura di un’innocente vita nascente? Evidentemente il Comune di Firenze che ha ideologicamente censurato i nostri manifesti sull’umanità del concepito". La motivazione è l’articolo 23 comma 4-bis del Codice della Strada. Lo stesso che, spiegano dal Comune, vieta pubblicità con contenuti violenti o lesivi delle libertà individuali. Della serie: nessuna scelta politica, ma soltanto l’applicazione da parte degli uffici del Codice della Strada. La spiegazione però non viene accettata dal movimento Pro Life. "Si tratta innanzitutto di un articolo inapplicabile siccome mancano le relative norme attuative, ma che comunque non avrebbe ragione di essere applicato nei nostro caso perché nei nostri manifesti e nel messaggio di umanità e civiltà che mandiamo non c’è niente di lesivo della libertà altrui né di discriminatorio". Sul caso interviene il vice capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune, Jacopo Cellai che già a dicembre aveva sollevato la questione sulla rimozione dei manifesti Pro Vita.

"Siamo ormai arrivati – commenta – a negare l’agibilità politica perché un manifesto come quello non ha niente di discriminatorio. La realtà è che il Comune dimostra come tutto quello che riguarda un legittimo e sacrosanto pensiero di tutela della vita, se viene da movimenti di area cattolica, non deve avere agibilità e non può esistere: siamo ormai ben oltre il problema della libertà di espressione. Ormai si farebbe prima a mandare direttamente le bozze all’ufficio affissioni dei manifesti e attendere il loro pollice verso l’alto o il basso". La stessa posizione del capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Marco Stella e del candidato al consiglio comunale, Fabio Scaffardi. "Troviamo gravissimo che il Comune di Firenze si sia rifiutato, tramite una semplice email dell’ufficio affissioni di SaS, di affiggere i manifesti. Questo è un attacco palese alla libertà di espressione e di pensiero garantite dalla Costituzione.