Steab, lotta contro i licenziamenti. Un altro presidio davanti all’azienda

Nel mirino della protesta c’è la proprietà: per sindacati e Comune i numeri non tornano

Ieri il presidio dei lavoratori davanti alla sede dell’azienda a Scopeti (Foto Germogli)

Ieri il presidio dei lavoratori davanti alla sede dell’azienda a Scopeti (Foto Germogli)

Rufina (Firenze), 6 agosto 2021 - Non solo il numero che indica la gravità della situazione. Si tratta dell’impatto sociale. Di quanto questa crisi incide sul contesto della comunità di Rufina. Un dato non quantificabile materialmente, ma che - nel caso della crisi della Steab di Rufina - assume un valore alto. Andando a spezzare in due l’estate di una comunità, già toccata dalla crisi della Gkn (una decina di dipendenti Gkn a rischio posto di lavoro sono infatti di Rufina). A loro, adesso, si sommano i 5 che la Steab vorrebbe mandare a casa. Licenziamenti che la Steab giustificherebbe (5 dipendenti su 22) sulla base della crisi conseguenza della pandemia. Una motivazione che, per sindacati e Comune, non sta in piedi, a fronte di un calo di fatturato reale intorno al 10%.

Ieri i lavoratori della Steab hanno dato vita a un nuovo presidio davanti alla sede dell’azienda, a Scopeti. Nel mirino della protesta la proprietà, accusata di non essere interessata alle sorti di un’azienda sana da decenni e operante nel settore delle componenti per impianti elettrici. Secondo i lavoratori l’unico motivo di questa crisi è la volontà di ridurre il personale, portandolo a numeri più ’gestibili’, anche dal punto di vista della normativa. Con qualche rimpianto, soprattutto da parte dei dipendenti più anziani, per la generazione proprietaria precedente all’attuale.  

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