Firenze, la stazione delle transenne. "Degrado per biglietto da visita"

Santa Maria Novella: dopo quasi tre anni è ancora in corso il cantiere del monumento di Michelucci. L’architetto Casamonti: "Non si può imprigionare un’opera pubblica per tutto questo tempo"

Il cantiere alla stazione di Santa Maria Novella

Il cantiere alla stazione di Santa Maria Novella

Firenze, 19 settembre 2022 - Inizia oggi per la città una delle settimane-vetrina più importanti dell’anno. Fra la Biennale dell’Antiquariato e l’inaugurazione di tante mostre del Florence Art Week, Firenze si appresta ad accogliere moltissimi collezionisti e appassionati d’arte da tutto il mondo, che vanno ad aggiungersi alle migliaia di altri turisti che da settimane sono per fortuna tornati ad affollare il centro. Ma per tutti loro, come del resto per gli stessi fiorentini, resta il buco nero della stazione di Santa Maria Novella. 

Uno dei monumenti più iconici della Firenze moderna, progettato da Giovanni Michelucci negli anni Trenta, da quasi tre anni è incartato in un cantiere che non riesce ad avere fine. Impalcature e transenne coprono la struttura e intralciano l’accesso ai viaggiatori, oltre che mortificare quello che è considerato un capolavoro del razionalismo italiano. L’intervento prevede restauri al controsoffitto e alla parte più architettonica, senza lavori di tipo strutturale. ​Ma tutto procede a passo di lumaca. Attorno, quasi di conseguenza, degrado e sciatteria, specialmente sul lato della pensilina e dell’ingresso principale. Numerosi i richiami anche dell’amministrazione comunale, che più volte ha cercato di tirare per la giacchetta Grandi Stazioni, proprietaria dell’edificio. Ma fino ad ora con pochi risultati. Perché, fra stop a causa del Covid, attese per le autorizzazioni della soprintendenza e rallentamenti per il reperimento materiali, l’unica certezza per adesso restano le impalcature. 

A ricordare che la stazione di Santa Maria Novella è di fatto la porta d’ingresso e il biglietto da visita della città, è l’architetto Marco Casamonti, che con ironia e amarezza ricorda che due anni e mezzo sarebbero bastati non solo a restaurare il soffitto dell’edifico di Michelucci, ma a costruire un palazzo nuovo: "Dobbiamo ricordare che la stazione di Santa Maria Novella è un vero e proprio monumento - afferma Casamonti – e sarebbe stato bello che in questa settimana in cui Firenze celebra l’arte, poter presentare al mondo l’opera di Michelucci senza le transenne del cantiere. E’ vero che un po’ di ritardi sono dovuti alla necessità di concordare con la soprintendenza la tipologia di restauro da effettuare. E credo che la soprintendenza abbia già fatto e bene il suo compito. Servirebbe ora che anche Grandi Stazioni accelerasse i lavori, ricordandosi che si tratta di un cantiere su un’opera pubblica, oltre che su un vero e proprio monumento, che è la porta d’ingresso a Firenze per milioni di visitatori all’anno". Nel frattempo Palazzo Vecchio cerca di porre rimedio almeno all’esterno della stazione. Il prato su cui si affaccia l’abside della Basilica di Santa Maria Novella, per anni è stato un altro motivo di degrado, fra sporcizia e bivacchi di ogni genere: "L’investimento sulla ringhiera che circonda l’area verde ha dato però i suoi risultati – spiega la vicesindaca Alessia Bettini –. Infatti è già stato predisposto un nuovo bando per l’assegnazione della manutenzione del prato, in modo da procedere alle piantumazioni in autunno e aver e le fioriture in primavera. Per quanto riguarda i ritardi sul completamento del restauro, abbiamo sollecitato più volte Grandi Stazioni, perché un cantiere così lungo è oggettivamente un attrattore di degrado".

 

 

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