La città e il nuovo stadio. Franchi, no al restyling

Per Pessina non si può realizzare il progetto Casamonti. "Ma l’impianto va ristrutturato"

Giacomo Sarti, figlio di Giuliano Sarti storico portiere della Fiorentina, al Franchi

Giacomo Sarti, figlio di Giuliano Sarti storico portiere della Fiorentina, al Franchi

Firenze, 13 dicembre 2019 - E’ arrivata la parola fine. Il restyling del Franchi con il progetto firmato Casamonti, che la Fiorentina aveva presentato insieme al Comune, informalmente, alla Soprintendenza, "non si può fare". Dopo un lungo e certosino lavoro di ricognizione sui singoli manufatti dello stadio di Campo di Marte, la soprintendenza all’Archeologia, alle Belle arti e al Paesaggio ha concluso la relazione che dà il via all’istruttoria di proposta di vincolo del monumento.

Il primo step dell’iter prevede l’invio del documento al Comune, proprietario dell’immobile, che avrà 80 giorni di tempo per presentare le sue osservazioni, mentre entro 120 giorni il ministero per i Beni e le attività culturali emetterà il decreto di vincolo, recependo le proposte contenute nella relazione oppure apportando modifiche.

Nella relazione, scritta a quattro mani dagli architetti della Soprintendenza Paola Ricco e Valerio Tesi, in 29mila battute (circa 15 pagine compresa una vasta bibliografia), non viene reso esplicito il niet sulle modifiche alle curve che, anzi, risultano gli elementi architettonici maggiormente deteriorati.  

Il no al restyling firmato Casamonti si estrapola dal fatto che, chiedendo il riconoscimento storico culturale del Franchi nel suo insieme, "la Soprintendenza non ritiene possibile demolire in maniera estesa le curve, in quanto parte integrante del monumento".

Dalla Soprintendenza, insieme alla relazione, arriva però un messaggio importante: che "il Franchi non è intangibile". Anzi, più che "auspicabile", ritiene "doveroso aprire un dibattito sulle modalità di progetto per tenere insieme il valore culturale dell’opera e l’esigenza di trasformarla" per renderla fruibile e più comoda per il pubblico e, allo stesso tempo, risanarla nelle vaste parti deteriorate e proteggerla dall’usura del tempo.

La relazione, insomma, non dice cosa si può fare e cosa no, nello specifico, ma sancisce il valore culturale della struttura nel suo inseme, dove non tutti gli elementi hanno la stessa rilevanza architettonica.

La relazione storico artistica si compone di due parti: nella prima ci sono i capitoli di costruzione, fortuna critica (da quando è stato costruito il Franchi è costantemente oggetto di studio, saggi e apprezzamenti), modifica e trasformazione; nella seconda parte, la descrizione morfologica e le conclusioni dove si descrivono le condizioni di conservazione, ovvero come si presenta oggi. Non bene, bisognoso di cure: con deterioramenti variamente diffusi e con le curve in condizioni critiche.

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