Spese di Pereira, nuovi attacchi "Carta usata durante il lockdown"

Il centrodestra torna sui conti contestati al soprintendente puntando il dito sui giorni dei tracciamenti. Dal 29 marzo a metà aprile 2021 la Toscana era in zona rossa: "Come conciliava le cene con le restrizioni?"

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di Lisa Ciardi

La politica ne sta valutando l’opportunità, la Corte dei Conti la correttezza amministrativa. Ma i rimborsi chiesti dal sovrintendente del Maggior Fiorentino, Alexander Pereira, sono ora sotto esame per un altro aspetto: le date. In questo caso al centro della polemica non ci sono i costi "importanti" dei taxi, dell’elicottero o dei ristoranti di lusso, ma quelle piccole strisciate da cento euro o meno fatte in pescheria e dell’ortolano. Perché anche se per molti di noi si tratta ormai di ricordi lontani, quelli fra marzo e aprile 2021 non erano proprio giorni qualunque.

Il 29 marzo la Toscana entrava in zona rossa, con lockdown totale e divieto di uscire di casa se non per comprovate esigenze di lavoro, salute e necessità. Scuole chiuse, bar e ristoranti con le saracinesche abbassate tranne che per il take away, visite vietate ad amici e parenti persino se residenti nello stesso comune, con l’unica eccezione (e comunque in maniera limitata) del 3, 4 e 5 aprile, per le festività di Pasqua. Una situazione che, ordinanza dopo ordinanza, sarebbe andata avanti per Firenze fino al 16 aprile, seguita dall’ingresso della città in zona arancione dal 17 (sempre con notevoli vincoli e mentre nelle altre zone si procedeva per fasce di colore) e infine dal passaggio in giallo di tutta la Regione il 27 dello stesso mese.

Eppure, stando ai documenti della rendicontazione, in data 30 marzo, 1, 2 e 10 aprile la carta di credito del soprintendente Pereira viene strisciata in pescheria e dall’ortolano (così come accade successivamente, nella meno rigida ‘zona arancione’). Magari ci sarà una spiegazione per conciliare quegli acquisti con il divieto totale di movimento e convivialità imposto a tutti i cittadini in quei giorni. Magari quelle cene erano giustificate da una "comprovata necessità" o sono poi avvenute in un altro momento. Ma nell’opposizione non mancano le perplessità.

"Sulle date non ci sono dubbi, visto che in rendicontazione viene segnato il giorno in cui viene strisciata la carta – commenta il consigliere di Fratelli d’Italia, Alessandro Draghi – . Quindi delle due l’una: o quelle cene sono state fatte in solitudine e non dovevano essere rimborsate, oppure sono avvenute in compagnia e in quel caso resta da capire come fossero conciliabili con il lockdown. Martedì il soprintendente Pereira verrà fisicamente in commissione controllo in Palazzo Vecchio a spiegare la sua versione dei fatti. Io chiederò di giustificare i mille euro di un hotel a Budapest, i 600 euro di un taxi a Zurigo e molte altre spese. Ma voglio anche inquadrare meglio quelle cene, domandare al sindaco Nardella se vi abbia mai partecipato, se lo abbia mai fatto durante il lockdown e cosa pensi degli acquisti fatti in zona rossa".

Il dibattito e le polemiche insomma vanno avanti, né si tratta di una novità. Già nel 2020 il soprintendente era stato oggetto degli attacchi del consigliere regionale di Forza Italia Marco Stella per il compenso da 240mila euro l’anno, pari al massimo consentito per l’incarico.

"Chiediamo una riduzione del compenso e delle spese personali – aveva detto Stella - che non riteniamo giustificabili. Ci domandiamo se siano spese consone, soprattutto in questo periodo di crisi economica. Spendere poi 255 euro a notte quando viaggia e soggiorna in albergo, fare cene da 100 euro, è inaccettabile, sono soldi dei contribuenti". Due anni dopo, il tema è tornato d’attualità.

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