REDAZIONE FIRENZE

Souvenir sessisti e cannabis light Stop alla vendita nell’area Unesco

I gadget dopo il via libera in Consiglio dovranno essere tolti dal commercio. A controllare saranno i vigili

Stop alla vendita di gadget sessisti o offensivi della dignità personale. Ma anche alt alla vendita a dettaglio e ai distributori automatici di cannabis legale nell’area Unesco. Sono due delle novità inserite nella delibera di giunta che proroga il regolamento Unesco e che, due giorni fa, è stata sottoposta al parere della Commissione Sviluppo Economico di Palazzo Vecchio. Il testo che, proroga per altri tre anni il regolamento rinnovato nel 2020, sbarcherà presto in Consiglio per l’approvazione. Al suo interno, oltre alla stretta contro la mala movida, contiene anche tre novità. La prima riguarda la qualità dell’offerta commerciale. La giunta infatti nel testo vieta la vendita e l’esposizione di gadget "souvenir, abbigliamento e simili – si legge – che riportino un linguaggio sessista, lesivo delle differenze di genere o offensivo della dignità personale". Sì, ma di che gadget si tratta? Felpe con scritte che offendono il gentil sesso, targhette dello stesso tenore, cartelli con scritto ‘Io non posso entrare’ con il disegno stilizzato di una donna e via così fino alle parti intime del David stampate sui boxer e venduti sotto forma di calamita. A vigilare, ma anche ad avere l’onere di individuare le scritte sessiste o offensive saranno gli agenti della Polizia Municipale, caso per caso.

L’altra novità per l’area Unesco è il divieto di nuovo insediamento per attività di vendita al dettaglio o tramite distributori automatici di cannabis light. Al momento quelli mappati nell’area Unesco sono meno di cinque, mentre in tutta la città ne esistono una ventina. La loro esplosione è successiva al 2018, due anni dopo il primo regolamento Unesco, che ora la giunta ha provato ad aggiornare. La terza novità è sui depositi bagagli.

La proposta della giunta: uno stop alla nascita di nuovi "magazzini di custodia e deposito per conto terzi non dotati di sistemi di accesso regolamentato. In poche parole fine ai depositi ad accesso libero. Quelli che nasceranno d’ora in poi, ma anche gli esistenti, dovranno prevedere un sistema di identificazione per l’accesso. Quelli già presenti avranno 6 mesi per adeguarsi. La misura punta a stroncare un fenomeno spesso denunciato dai residenti, soprattutto da quelli di via Palazzuolo: la trasformazione dei depositi in luoghi di spaccio o stanze del buco.

Le tre novità, insieme a quelle già annunciate contro la mala movida e le nuove strade sottoposte a disciplina, saranno ora sottoposte al voto del consiglio dopo un primo parare positivo ottenuto in Commissione. La delibera prevede anche il rinnovo per altri 3 anni del divieto di insediamento di nuove aperture di attività di somministrazione di alimenti e bevande e commercio al dettaglio in sede fissa di generi alimentari e di attività artigianali o industriali di preparazione o vendita di prodotti alimentari, oltre al divieto del trasferimento di attività esistenti dall’esterno all’interno del centr. "Abbiamo fatto una ricognizione completa su questo regolamento e una riflessione relativa al sistema dei controlli – aveva commentato l’assessore al Commercio, Giovanni Bettarini – e abbiamo deciso di confermare lo stop e procedere ad alcuni adeguamenti ampliando le strade da sottoporre a disciplina specifica, inserire nuove misure a contrasto del consumo di alcol e a tutela della qualità della vita dei residenti".

Claudio Capanni