IACOPO NATHAN
Cronaca

"Sono fiorentino e ho vinto l’Oscar del giornalismo Usa"

Filippo Ferretti, anchorman della tv Univision, si è aggiudicato l’Emmy "Pensare che vendevo scarpe in via Cerretani: è davvero il sogno americano"

di Iacopo Nathan

Nella serata dove gli Usa celebrano la propria tv, dall’intrattenimento fino alla cronaca, c’è stata una stella fiorentina a brillare. Tra i colossi americani come Fox e Cbs, dopo Breaking Bad e Game of Thrones, ad alzare una delle statuette è stato Filippo Ferretti, anchorman del canale Univisìon, nato in riva all’Arno. Gli Emmy Awards equivalgono agli Oscar per il cinema e ai Grammy per la musica, sono i tre premi di massimo prestigio dell’intrattenimento Usa, dati dalle tre accademie.

Ferretti, da Firenze agli Emmy Awards, racconti il suo viaggio. "Parto con il dire che io sono fiorentinissimo, nato e cresciuto a Firenze, dove ho iniziato a muovere i primi passi nel giornalismo, da sempre la mia grande passione. Ho fatto anche molti altri lavori nel frattempo, viste le difficoltà iniziali nell’inserirmi. Quindi scrivevo per qualche giornaletto di quartiere, e nel frattempo lavoravo in un negozio di scarpe, consegnavo le pizze o come portiere in un albergo. Devo dire che è stata un’avventura lunga e bellissima, perché ho sempre sudato tutto quello che ho ottenuto. Poi un giorno, trovando sempre più difficoltà a esprimermi nel campo del giornalismo ho deciso di fare una grande scommessa, sono partito per la Florida con 1000 dollari in tasca, grazie ad un contatto che avevo da quelle parti. Ho iniziato a scrivere per un giornale di italoamericani del posto, e da lì è cominciato tutto".

Poi è passato alla tv dove ha avuto la sua affermazione.

"Si, dopo un periodo in questo giornale sono stato chiamato da Univisìon, uno dei media più importanti negli Usa in spagnolo, ed è veramente molto seguito. Inizialmente il mio spagnolo non era buono, e anche il fatto di essere italiano in un canale di latini non è stato facile. Ho ringraziato tante volte il mio essere fiorentino, è solo grazie a quello che non ho mai mollato, che ho sempre lottato fino in fondo credendo in quello che stavo facendo. Con la televisione le cose sono andate bene, e ora sono stato promosso, lavoro a New York e dirigo il telegiornale di punta dell’emittente. Ogni tanto guardo i dati degli ascolti e mi vengono i brividi a pensare che pochi anni fa vendevo scarpe in via Cerretani".

E a chiudere il cerchio è arrivato anche l’Emmy. Che sensazione le dà essere stato incoronato in un contesto così prestigioso?

"Non ci potevo credere davvero. Lo sto dicendo a tutti, sto vivendo davvero il sogno americano. Naturalmente ho dovuto dare tutte le mie energie, ma sono stato ripagato. Ho vinto grazie a un’inchiesta durata quasi due anni. Grazie ai miei contatti negli anni della Florida ho scoperto che un pastore, facendo forza sulla sua posizione religiosa, aveva truffato quasi mille persone, tutte immigrate o con problemi con la cittadinanza americana. Si tratta di una truffa milionaria, e grazie alla mia inchiesta questa persona è stata condannata a 20 anni di carcere. Una storia davvero brutta, ha rovinato la vita di centinaia di persone. La mia fortuna è che la storia sia stata ripresa dal New York Times, salendo alla ribalta di tutti gli Stati Uniti. Mi inorgoglisce anche perché sono l’unico fiorentino ad averlo vinto".

Cosa vede nel suo futuro, ancora gli Usa o un possibile ritorno in Italia?

"E’ una cosa che mi chiedo tutti i giorni. In America vivo benissimo, ci sono tante possibilità ed è qui che sto crescendo umanamente e professionalmente. Però che mi manca tanto l’Italia e soprattutto Firenze. Mi piacerebbe anche poter fare qualcosa per la mia città, dove non sono riuscito ad esprimermi come avrei voluto. Mi piacerebbe tornare un giorno, per vivere e fare finalmente il mio lavoro a casa".