Smog in Toscana, i dati di Legambiente. Le zone più inquinate e quelle dove l’aria è migliore

Report Mal'Aria: preoccupa soprattutto la piana di Lucca, ma c’è aumento di Pm10 anche a Firenze

Lo smog a Firenze

Lo smog a Firenze

Firenze, 1 marzo 2024 - Dati in chiaroscuro per la Toscana secondo il report Mal'Aria 2024 di Legambiente presentato questa mattina a Firenze: "Ci sono luci e ombre in una cornice generale di lievi miglioramenti, con situazioni storicizzate ancora da attenzionare come la stazione di Capannori per il particolato fine, pm10 e pm2.5, mentre registriamo un rimbalzo peggiorativo per il pm10 nelle stazioni fiorentine di viale Gramsci e via Ponte alle Mosse, ascrivibile secondo noi ai cantieri per la tramvia", sintetizza il presidente regionale dell'associazione Fausto Ferruzza.

Il bicchiere mezzo pieno, invece, riguarda i dati sul biossido di azoto e soprattutto sull'ozono "che è un gradiente di inquinamento che registriamo in orario diurno e d'estate in tutte le stazione regionali; a Firenze c'è stato un vero crollo. Il tutto - ribadisce Ferruzza - in un quadro di leggero miglioramento generalizzato. Anche perché il parco auto sta virando verso l'elettrico, aumentano le zone pedonali e le piste ciclabili, c'è un miglioramento delle caldaie. Siamo in mezzo al guado, ma piano piano stiamo andando nella direzione giusta".

Guardando i numeri, nel 2023 Capannori è stata l'unica a non aver rispettato il limite massimo annuo di 35 giorni di sforamento per il pm10, a quota 38, per il sesto anno consecutivo. Seguono Montale con 27 e Firenze Viale Gramsci con 26. Per il pm2.5, i valori maggiori sono stati registrati ancora nella Piana lucchese e nel Valdarno pisano. Per il biossido di azoto, unico inquinante in calo costante a livello nazionale, la sola stazione a non aver rispettato il limite (40 microgrammi per metro cubo) è sempre Firenze Viale Gramsci, vicine allo sforamento anche Firenze Ponte alle Mosse, Livorno (via Carducci) e Grosseto (via Sonnino).

In regresso i dati sull'ozono in quasi tutta la Toscana. "Stiamo lavorando bene - il commento di Pietro Rubellini direttore generale di Arpat - ma siamo di fronte a un nemico subdolo, il cambiamento climatico che ci impone di alzare l'asticella. Visto che per invertire questa tendenza serviranno anni, dobbiamo pensare a iniziative che possano dare ulteriore spinta alle cose che stiamo già facendo ma che non hanno ancora effetti così efficaci".

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