GIOVANNI BALLERINI
Cronaca

Simona Molinari in viaggio fra le sette note

Domani sera al Puccini il concerto della cantautrice "Porto gli spettatori attraverso i tempi della vita"

di Giovanni Ballerini

"Sarà un viaggio-concerto in cui prendo gli spettatori per mano e li porto con me attraverso i tempi della vita: quello dell’innamoramento, delle passioni, degli inganni, quello dell’impegno, del disincanto. Faccio tutto questo attraverso le mie canzoni passate e quelle dell’ultimo album ’Petali’, che è uscito il primo aprile e mi vede alle prese appunto con i temi della vita". Simona Molinari fa tappa con il suo ’Petali in Tour’ domani alle 21 al teatro Puccini (recupera il concerto previsto a maggio e poi rinviato) per condividere col pubblico i brani del suo nuovo, straordinario, disco prodotto da Fabio Ilacqua, che vede la vocalist classe 1983 accarezzare con grande personalità anche sonorità pop sofisticate ed eleganti.

Simona, ci sarà spazio per il resto del suo repertorio?

"Nella seconda parte del concerto ripercorro il sound che ha caratterizzato gli altri lavori con l’elettronica e lo swing e il mio debutto nel segno del jazz e bossa nova".

E con una band agguerrita...

"Basso, batteria, piano e chitarra. Siamo in cinque sul palco, ma i miei musicisti valgono per venti. Niente scenografie, privilegiamo la musica, il racconto".

Con al centro questo sesto disco di inediti: come mai è uscito nove anni dopo il precedente?

"Mi sono fermata per un po’ anche a causa dei cambiamenti nella mia vita, come l’essere diventata mamma, che ha messo in secondo piano la discografia, anche se ho continuato a scrivere spettacoli, come ’Loving Ella’, con cui ho fatto tappa anche a Firenze. Nel frattempo è cambiato anche il mondo e quando sono tornata in studio avevo un modo di cantare e di raccontare diverso, più intimo e più vero".

Il risultato sono le fotografie in musica di ’Petali’?

"E’ un album molto intimo, nato in pandemia con il fine di abbracciare con le canzoni chi lo ascolta, mettersi accanto, fargli compagnia. Il disco è figlio della quotidianità, di questi tempi ricchi di alti e bassi, di luce e buio, che tutti viviamo ognuno sul proprio percorso. Sono Petali che sbocciano con la musica, vanno presi così come sono. E, sono l’uno la linfa vitale dell’altro".

E’ con questo album che ha vinto il Premio Tenco?

"Sì, come miglior interprete. Non me lo aspettavo, si vede che è stato premiato il rimettersi in discussione".

A questo nuovo progetto corrisponde anche un cambiamento di look?

"C’è meno costruzione. Anche perché trovo che il mondo sia cambiato. I social, le nuove generazioni ci insegnano che è arrivato il momento di smettere di mascherare le fragilità, ma di metterle in primo piano".