CARLO CASINI
Cronaca

Droga, violenza e spaccate. La lenta agonia di Porta al Prato: "Da qui al Pignone è il Far West"

Dalla Leopolda fino ai rioni oltre il Ponte alla Vittoria i casi di microcriminalità si moltiplicano. In mezzo le Cascine, rifugio di pusher e balordi. "Abbiamo paura a uscire di casa, ora basta"

Il finestrino di un'auto infranto

Firenze, 9 settembre 2023 - Il Ponte alla Vittoria è il baricentro di quell’area di episodi di violenza e degrado che dalle Cascine si estende fino al Pignone. Un occhio del ciclone dalla strana quiete di cronaca, dove il traffico scorre frettoloso, ignaro del sottobosco urbano e delle proteste dei residenti che chiedono a gran voce sicurezza.

Le Cascine, per fare un paragone venatorio, sono la zona di ripopolamento dove il fenomeno trova nutrimento e si espande verso la città. Da parco monumentale a rifugio di emarginati, ma anche filibustieri di ogni sorta, dominato dallo spaccio della criminalità organizzata africana. E le parti interne vicino al prato della Catena sono diventate off limits.

"Il problema del parco non va focalizzato sul solo spaccio, ma anche sul degrado generale – spiega Samuele La Rosa, isolottino molto attivo sulla questione e seguito sui social, che tutti i giorni la documenta mentre va ad allenarsi – Un degrado così non deve esistere in un parco del centro di Firenze frequentato dalle famiglie! Mentre i bambini giocano da una parte, gli extracomunitari fanno a bottigliate dall’altra, ma stiamo scherzando? Il colmo è che hanno fatto la diffida da frequentare le Cascine a me perché mentre documentavo ho chiesto alla polizia municipale perché non intervenisse. Un mio amico è stato accoltellato per un telefono, una mia amica importunata, basta!". «Tutti i giorni in bici per andare a lavorare – racconta Beatrice – passo dal viale Lincoln lungo l’Arno anche se è sotto il sole, perché il viale degli Olmi che sarebbe più ombreggiato è pieno di delinquenti. Quando ero ragazzina andavamo a passeggio lungo il fosso Macinante, prova ad andarci ora...".

Appena al di là del ponte la situazione è comunque tesa: in piazza Paolo Uccello Sirio offre una veloce via di fuga a clienti, pusher e balordi. Giriamo verso monte ed entriamo in quell’antico nucleo composto da lungarno del Pignone, via del Pignone, via Baccio Bandinelli e via De’ Vanni, il ‘Borgo dei navicellaj’ dove abitavano i barcaioli dell’antico porto d’Arno. Le aiuole nello snodo di spartitraffico che separa dalla piazza sono piene di sporcizia. "I marciapiedi non vengono puliti, sono sempre pieni di sacchetti della spazzatura e di bottiglie – descrive Erszbet, residente – Le rastrelliere sono occupate da rottami abbandonati e sulla striscia di verde lungo l’Arno scorrazzano topi e scarafaggi. La sera diventa area di bivacco e libero spaccio".

"Apparentemente il clima non sembra teso. – aggiunge Priscilla – Però ci sono personaggi in giro che vivono alla giornata, non hanno altre possibilità, vagabondano senza meta e buttano gli occhi ovunque. Le macchine sono sempre sotto tiro, a me hanno rotto il vetro cinque volte. Qui nei pressi poi c’è un minimarket che sta aperto fino a tardi e attira gente che beve e urla, anche alle tre di notte. Quando passo dal ponte del tram non mi sento tranquilla ed è brutta la situazione anche al parcheggio davanti alla piscina. Abbiamo superato il limite".

Arriviamo in lungarno Santa Rosa, dove al nucleo storico di senzatetto si sono aggiunti disperati e tossici. Proseguiamo per il parco lungo le mura dove qualcuno ha eletto le panchine a casa. Così sbuchiamo in viale Ariosto. Qua il problema sono i parcheggiatori abusivi: "Ora ce n’è solo un paio perché d’estate sono a fare i venditori in spiaggia – spiega un artigiano – A fine settembre ritornano in massa e quando sono di più, diventano anche prepotenti". In via Solferino "la sera succede di tutto, bivacchi e furti".