REDAZIONE FIRENZE

Sentenza già scritta. E’ scontro in tribunale

Il legale che ha scoperto l’atto: "Olio di ricino per chi tocca le toghe"

Sentenza già scritta. E’ scontro in tribunale

FIRENZE

Non si placano le polemiche per il caso del dispositivo di sentenza già scritto dentro il fascicolo del dibattimento a carico di un marocchino accusato di maltrattamenti in famiglia. Alle note ufficiali della presidente del tribunale, Marilena Rizzo, e della presidente del collegio, Anna Favi, replicano l’Ordine degli Avvocati e pure Filippo Viggiano, il legale che ha scoperto quella ’bozza’ e che, prima dell’astensione dei giudici, li ha ricusati. "Non era redatto in forma di un mero appunto", dice il presidente Sergio Paparo, auspicando "che gli organi titolari dei poteri ispettivi e disciplinari" adottino "determinazioni su una vicenda che desta perplessità e preoccupazione circa il rispetto sostanziale del ruolo essenziale della difesa nel processo penale".

La presidente del collegio aveva poi spiegato, nella relazione consegnata al presidente del tribunale, che quel dispositivo (che conteneva una condanna a cinque anni e mezzo) era solo un appunto non condiviso con gli altri due e soprattutto passibile di cambiamento a seguito della requisitoria del pubblico ministero e degli avvocati di parte civile e della difesa. Dopo gli accertamenti il presidente del tribunale ha ritenuto che il presidente del collegio non avesse commesso alcun illecito trasmettendo gli atti per ulteriori valutazioni al presidente della Corte d’appello di Firenze e alla Procura generale della Corte di Cassazione.

Rizzo ha tuttavia "bacchettato" il legale per aver aperto ilfascicolo in assenza dei giudici e del cancelliere, seppure dopo aver chiesto l’autorizzazione al pubblico ministero.

Pronta, articolata e veemente, la replica dell’avvocato Viggiano. "Sarebbe stato sufficiente, per il ruolo che svolge - scrive il legale in una lettera aperta rivolgendosi alla presidente del tribunale - asserire, se corrisponde alla Sua opinione, che non vi era niente da dire sull’operato della dottoressa Favi, l’aggiungere che non altrettanto può dirsi per l’avvocato Viggiano è gratuito, offensivo e, in definitiva, intimidatorio".

"L’arroganza di una simile risposta, nel contesto descritto, è grave: per chi tocca l’aristocrazia togata, manganello e olio di ricino", conclude Viggiano.

ste.bro.