Se l’emergenza è diventata anche educativa

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Caterina

Amariti*

Siamo di fronte ad una grande emergenza educativa. In questo periodo svolgere il già difficile mestiere di genitore è diventato ancor più complicato. Come Anpe, associazione nazionale pedagogisti, ci sentiamo coinvolti in prima linea e per questo abbiamo messo a punto uno sportello online per accogliere le numerose richieste delle famiglie.

Lo stop alla scuola ha creato non pochi problemi ai genitori. Ma sbaglia chi pensa che siano proprio i bambini le principali vittime di quanto sta accadendo. Per loro la famiglia è da sempre al centro dell’universo emotivo. Il babbo e la mamma sono il mondo dei più piccini.

Pertanto, il fatto di averli entrambi a disposizione magari per tutto il giorno per loro è una grande opportunità. È un po’ come stare in vacanza con un tempo dilatato. Certo, se l’ambiente familiare è protettivo, accogliente e di cura il bimbo è felice, si sente al sicuro. In caso contrario, potrebbero incorrere problemi. Alla base della relazione educativa ci deve essere il principio della protezione. Non dimentichia- moci che i figli assorbono le ansie e lo stress dei genitori. Ogni questione che sfugge alla loro comprensione andrebbe riformulata in chiave tranquillizzante e di non rottura della routine.

La tecnologia ci viene in aiuto: i nonni, gli amichetti e le maestre le incontriamo nel mondo virtuale. Certo, strutturare il tempo non è facile, ma bisogna sforzarsi facendo una suddivisione delle attività settimanali. Bisogna far vivere la casa come luogo di benessere, di scoperta di libera immaginazione tra giochi sul tappeto e attività laboratoriali dove potersi esprimere liberamente con creatività.

Spazio permettendo, perchè non creare un piccolo igloo in salotto o far viaggiare la fantasia costruendo una piccola casetta con gli scatoloni? Se i più piccini vanno stimolati coi giochi, i più grandi sono chiamati a seguire le lezioni online. Le videocall con le docenti sono fondamentali per mantenere viva la relazione educativa. In questo momento siamo chiamati a sperimentare una maggiore resilienza e assertività. Il virtuale non potrà mai sostituire la scuola in muratura ma adesso è l’unico strumento. E comunque tutto questo ci farà guardare al futuro con occhi nuovi.

*Presidente per Toscana e Umbria di Anpe, associazione nazionale pedagogisti

 

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